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COVID-19 - Differenze di letalità tra uomini e donne

I meccanismi alla base della ridotta morbilità e letalità nelle donne sono attualmente poco chiari, anche se sono state formulate alcune ipotesi. Un recente studio descrive il ruolo degli ormoni sessuali.

Il sesso maschile sembra essere un fattore di rischio per la mortalità da COVID-19.

I meccanismi alla base della ridotta morbilità e letalità nelle donne sono attualmente poco chiari, anche se sono state formulate alcune ipotesi (vedi l'articolo di Brandi ML e Giustina A in Trends Endocrinol Metab. 31: 918-27, 2020).

Un recente studio sempre della dottoressa Brandi, mira a descrivere il ruolo degli ormoni sessuali nella “fatality” per Covid-19, legata al sesso e al genere. Nell’articolo viene discussa la possibilità che i potenziali meccanismi specifici del sesso modulino il decorso della malattia, includendo sia la risposta degli androgeni, che quella degli estrogeni.

Ci sono diverse differenze nelle funzioni fisiologiche tra i due sessi e questo fatto implica una diversa incidenza e gravità delle principali malattie, come disturbi cardiovascolari, muscoloscheletrici e immunitari fino a regolazione della durata della vita. Ad esempio, l'80% dei pazienti con malattie autoimmuni sono femmine e similmente l'80% dei pazienti con osteoporosi sono donne. Al contrario, le malattie cardiovascolari sono anticipate di almeno un decennio negli uomini rispetto alle donne.In generale, gli uomini hanno un'aspettativa di vita inferiore rispetto alle donne, ma le donne trascorrono i loro anni in più con livelli di malattia più alti, determinando il cosiddetto “gender health paradox”.

Le comorbilità sono state ripetutamente segnalate come chiave dei fattori prognostici clinici nell'infezione da COVID-19; una espressione fenotipica dimorfica legata al sesso delle principali malattie alla base del rischio di complicanze da COVID-19, potrebbe spiegare i diversi risultati tra i sessi nella pandemia.
I principali disturbi considerati sono ipertensione, diabete di tipo 2 e obesità, cardiopatia ischemica, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e insufficienza renale.

Fino a poco tempo fa si prestava poca attenzione a differenze di genere nella fisiopatologia dei maggiori organi e apparati umani, ad eccezione dell'apparato riproduttivo.
Le potenziali cause delle differenze basate sul sesso nella normale fisiologia e nelle malattie possono essere riconosciute in fattori biologici (genetici e ormonali), mentre le differenze di genere sono motivate da fattori psicosociali-culturali (es. consumo eccessivo di alcol, uso di droghe e fumo eccessivo nei maschi). Inoltre, la consapevolezza di un dato disturbo può essere diversa nelle femmine e nei maschi, come accade nell'osteoporosi, prevalentemente diagnosticata e curata nelle femmine.
L'ipotesi che ci siano differenze minime nella fisiopatologia negli uomini e nelle donne ha avuto come naturale conseguenza la mancanza di studi clinici controllati condotti nei due sessi e analizzati separatamente. Evidenze crescenti hanno dimostrato che non solo la selezione di un dato composto e l'efficacia terapeutica di qualsiasi farmaco variano tra i due sessi, ma anche che esistono differenze negli eventi avversi da farmaci.
Considerando che siamo nell'era della medicina personalizzata, il sesso e il genere non possono più essere ignorati.

Gli autori definiscono e commentano dettagliatamente i vari aspetti del dimorfismo sessuale:

  1. Differenze legate al sesso in fisiopatologia (di cui abbiamo riportato sopra alcuni punti)
  2. Evidenze epidemiologiche
  3. Patogenesi delle disparità di genere e sesso
  4. Il ruolo degli ormoni sessuali
  5. Composti che interferiscono con la risposta agli ormoni sessuali

Nelle conclusioni viene evidenziato che i dati raccolti finora indicano che gli ormoni sessuali potrebbero essere fondamentali nello spiegare le differenze legate al sesso nella morbilità e mortalità da COVID-19 (vedi figura 1: Ruolo degli ormoni sessuali nel COVID-19). Tuttavia, le variabili sono molte: i fenotipi normali, ipofunzionali o iperfunzionali potrebbero agire in modo diverso, il background genetico ed epigenetico gioca sicuramente un ruolo cruciale, gli ormoni sessuali steroidei non sono gli stessi e diverse molecole sintetiche e naturali interagiscono con i recettori steroidei.
Considerare l'uso clinico e terapeutico degli ormoni steroidei sessuali e/o dei loro inibitori è una possibilità. Ad un tratto, gli inibitori del recettore degli estrogeni e degli androgeni appaiono come alleati inaspettati nella lotta contro il COVID-19.
Le potenziali prospettate implicazioni degli ormoni sessuali nella morbilità e mortalità di COVID-19 sottolineano l'importanza che i futuri studi epidemiologici e clinici si concentrino sulla valutazione della terapia ormonale e della deprivazione ormonale in pazienti di sesso maschile e femminile.
Nel complesso, l'impatto del sesso biologico è una considerazione essenziale nello studio e nella segnalazione degli esiti di COVID-19 e della gestione clinica.
Le politiche future dovrebbero far tesoro di questa esperienza mondiale e i governi dovranno affrontare gli impatti di genere dell'epidemia, il necessario passo avanti nella creazione di politiche eque.
 

Fonte: Brandi ML. Are sex hormones promising candidates to explain sex disparities in the COVID-19 pandemic? Rev Endocr Metab Disord. 2021 Nov 10:1–13. doi: 10.1007/s11154-021-09692-8. Epub ahead of print. PMID: 34761329; PMCID: PMC8580578.