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CPAP in pazienti COVID-19, luci e ombre

La limitata disponibilità di ventilatori è uno dei principali problemi della pandemia di COVID-19. Negli ospedali travolti da un alto numero di pazienti, i medici hanno dovuto trattare i pazienti con metodi alternativi, come i dispositivi CPAP.

I dispositivi CPAP consentono di guadagnare tempo, ma aumentano il rischio di diffusione del virus

La limitata disponibilità di ventilatori è uno dei principali problemi che gli ospedali si trovano ad affrontare nella gestione della pandemia di COVID-19. Negli ospedali travolti da un alto numero di pazienti con insufficienza respiratoria, i medici hanno dovuto trattare i pazienti con metodi alternativi, come i dispositivi CPAP.

CPAP è un acronimo che sta per Continuous Positive Airway Pressure. Sta a indicare un dispositivo che eroga un flusso d'aria tale da mantenere una pressione positiva costante all’interno delle vie respiratorie, sia in fase inspiratoria che in fase espiratoria. La frequenza respiratoria è determinata dal paziente, che respira spontaneamente.
Il dispositivo ha diverse indicazioni e viene utilizzato sia in ospedale sia a domicilio. In ospedale la terapia CPAP viene usata spesso nei reparti di terapia intensiva in caso di edema polmonare acuto cardiogeno, insufficienza respiratoria acuta, BPCO. A domicilio viene usata nel trattamento delle apnee notturne.

Durante la pandemia di COVID-19 gli ospedali si sono trovati a dover gestire un altissimo numero di pazienti con insufficienza respiratoria. Esauriti i ventilatori disponibili, si sono cercati modi alternativi per cercare, almeno, di stabilizzare i pazienti. L’utilizzo di CPAP è sembrato il modo migliore per fronteggiare questa emergenza e poter guadagnare tempo in attesa di poter trasferire i pazienti in terapia intensiva. I vantaggi sono diversi:

  • il numero di dispositivi CPAP esistenti supera di gran lunga quello dei respiratori;
  • I dispositivi CPAP sono più semplici e meno costosi da acquistare;
  • la capacità di produzione può essere aumentata molto più rapidamente;
  • I dispositivi CPAP, specialmente quelle con maschera bocca-naso, possono fornire un aumento molto significativo della quantità di aria (e quindi di ossigeno) e molte possono essere facilmente regolate per fornire pressioni d'aria ancora più elevate di quelle normalmente richieste per superare una lieve apnea notturna;
  • molti potenziali pazienti COVID-19 hanno già un dispositivo CPAP domiciliare, che potrebbe essere portato in ospedale in caso di necessità di ricovero.

L’utilizzo di CPAP in assenza di ventilatori, che negli Stati Uniti è anche codificato in alcuni piani di emergenza per trattare i pazienti con problemi respiratori meno gravi in caso di carenza di ventilatori, permette di guadagnare tempo e potenzialmente di salvare delle vite. Tuttavia esiste una controindicazione importante, soprattutto con utilizzo di maschera facciale. La CPAP può aumentare la diffusione del virus.
L'American Society of Anesthesiologists ha pubblicato una guida che scoraggia l'uso del CPAP nei pazienti affetti da COVID-19: "In patient with acute respiratory failure, it may be prudent to proceed directly to endotracheal intubation, because non-invasive ventilation (e.g. CPAP or biPAP) may increase the risk of infectious transmission". Questa indicazione nasce dall'esperienza dell'epidemia di SARS del 2003. Durante l'epidemia di SARS a Toronto, la metà dei casi di SARS, compresi tre decessi, si sono verificati tra gli operatori sanitari. Alcuni dei rischi maggiori sono emersi quando medici e infermieri sono stati esposti al virus aerosolizzato attraverso l'uso di CPAP o altri dispositivi per la terapia respiratoria.

La questione chiave, secondo gli esperti, è come il dispositivo si collega al paziente. I ventilatori richiedono un tubo endotracheale e funzionano come sistemi chiusi, con un filtro che intrappola eventuali agenti patogeni. Le maschere facciali generalmente utilizzate su CPAP permettono all'aria di fuoriuscire, pompando il virus nell'ambiente circostante e potenzialmente infettando altri pazienti, gli operatori sanitari o chiunque si trovi nelle vicinanze.
Il Dr. James Finigan, pneumologo di terapia intensiva al National Jewish Health di Denver, ha detto: "Ci sono alcune situazioni in cui i pazienti respirano ancora bene, ma hanno lieve ipossiemia. Teoricamente, la CPAP potrebbe essere un dispositivo valido, soprattutto in situazioni di emergenza. Ma usare una maschera ha più probabilità di generare un aerosol e aumentare il contagio".
Questa settimana, la Food and Drug Administration ha fornito una guida che permette agli ospedali di modificare i dispositivi respiratori, compresi ventilatori, CPAP e BiPAP, durante l'emergenza sanitaria pubblica, a patto che prendano provvedimenti per prevenire l'aerosolizzazione del virus.

 

Fonte: Hawryluk M. CPAP Machines Were Seen As Ventilator Alternatives, But Could Spread COVID-19. NPR. 27 march 2020