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I dati inglesi dei pazienti critici con COVID-19

È stato reso noto un report preliminare che raccoglie i dati di tutti i casi di pazienti COVID-19 confermata ricoverati in terapia intensiva in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Hanno partecipato al Case Mix Programme 286 unità di rianimazione.

L’ICNARC pubblica un rapporto su 2249 pazienti con COVID-19 in terapia intensiva

È stato reso noto un report preliminare che raccoglie i dati di tutti i casi di pazienti COVID-19 confermata ricoverati in terapia intensiva in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Hanno partecipato al Case Mix Programme 286 unità di rianimazione.

Le unità di terapia intensiva per pazienti adulti di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord che partecipano al programma Case Mix sono invitate a informare l’ICNARC - Intensive Care National Audit & Research Centre non appena ricoverano un paziente con COVID-19 confermata. Sono poi invitate a inviare all’ICNARC dati demografici e clinici dei pazienti nelle prime 24 ore, dati sulle procedure rianimatorie (ventilazione, insufficienze d’organo da supportare, etc), dati sull’esito delle cure.
Al 3 aprile 2020 all'ICNARC sono stati notificati 2621 ricoveri in unità di terapia intensiva in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord con COVID-19 confermato al o dopo l'ammissione in unità di rianimazione. Il report riguarda  2249 pazienti. Dei 2249 pazienti, 346 sono morti, 344 sono stati dimessi, 1559 sono ancora ricoverati in terapia intensiva.
Queste sono alcune delle caratteristiche dei pazienti con COVID-19 confermato ricoverati in terapia intensiva:

  • 61 anni l’età mediana (IQR) all’ammissione
  • 73% uomini
  • 73,4% con BMI maggiore o uguale a 25 - 37,7% con BMI maggiore o uguale a 30
  • 92,8% autosufficienti prima del ricovero in ICU
  • 7% con gravi comorbilità
  • 62% ventilazione meccanica nelle prime 24 ore
  • APACHE II score mediana (IQR) 14

Sicuramente da rivalutare con dati più solidi, ma certamente già interessante, notare dal report che nei pazienti con BMI maggiore o uguale a 25 il tasso di infezione è più elevato e che in quelli con BMI maggiore o uguale a 30 la mortalità sia quasi del 60%.
Il rapporto contiene un raffronto con i ricoveri in terapia intensiva per polmoniti virali no COVID-19 nel periodo 2017-2019. Le differenze più marcate riguardano il sesso (le percentuali tra uomo e donna erano quasi simili nelle polmoniti no COVID-19), le gravi comorbilità (il 23% delle polmoniti no COVID-19 riguardava pazienti con gravi comorbilità, soprattutto immunodepressi) e la necessità di ventilazione meccanica nelle prime 24 ore (il 42,6% nelle polmoniti no COVID-19).

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L’esito delle cure in terapia intensiva si è avuto per 690 pazienti. 346 pazienti sono morti e 344 sono stati dimessi. Considerata la percentuale relativamente bassa di pazienti che hanno concluso la degenza in terapia intensiva, molti risultati del report sono da interpretare con cautela. Il tasso di mortalità del 50%, ad esempio, è fuorviante.

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I dati, lo ripetiamo, sono preliminari e incompleti, ma possono essere utili per iniziare a delineare un quadro della situazione. Vi invitiamo a confrontarli con quelli raccolti in Lombardia, di cui abbiamo parlato in questo articolo: I pazienti COVID-19 nelle terapie intensive lombarde.

 


Fonte: ICNARC. ICNARC report on COVID-19 in critical care. 04 April 2020. www.icnarc.org