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Idrossiclorochina: lettera aperta a The Lancet

Una lettera aperta esprime preoccupazioni relative all'analisi statistica e all'integrità dei dati dello studio che ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a sospendere la sperimentazione clinica dell’idrossiclorochina per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.

La decisione dell’OMS di sospendere gli studi sull’idrossiclorochina messa sotto accusa da medici e ricercatori

Una lettera aperta esprime preoccupazioni relative all'analisi statistica e all'integrità dei dati dello studio che ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a sospendere la sperimentazione clinica dell’idrossiclorochina per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2. Oltre 120 ricercatori e medici di tutto il mondo hanno sottoscritto la lettera aperta indirizzata a The Lancet e agli autori dello studio. Vi riportiamo la traduzione della lettera aperta.

Lo studio retrospettivo e osservazionale condotto su 96.032 pazienti ospedalizzati affetti da COVID-19 nei sei continenti ha riportato un aumento sostanziale della mortalità (~30% di decessi in più) e delle aritmie cardiache associato all’uso di idrossiclorochina e clorochina, entrambe 4-aminochinoline. I risultati di questo studio hanno avuto un impatto considerevole sulla pratica clinica e sulla ricerca sperimentale.
L'OMS ha sospeso il reclutamento di pazienti per la sperimentazione dell'idrossiclorochina nell’ambito del progetto SOLIDARITY TRIAL. Nel Regno Unito la MHRA (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency) ha chiesto la sospensione temporanea del reclutamento di pazienti per tutti gli studi sull’idrossiclorochina (trattamento e prevenzione). La Francia ha modificato le sue linee guida nazionali sull'uso di idrossiclorochina nel trattamento della COVID-19 e ha anche interrotto gli studi in corso.
I risultati dello studio riportati dai media hanno causato notevole preoccupazione ai partecipanti e ai pazienti arruolati negli studi randomizzati controllati (RCT) in corso, che stanno cercando di valutare i potenziali rischi e benefici di questi farmaci nel trattamento e nella prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2. C'è unanime consenso sulla necessità di RCT ben condotti per informare le politiche e le pratiche.
Questo ha portato molti ricercatori in tutto il mondo a esaminare in dettaglio la pubblicazione. Questa analisi ha sollevato preoccupazioni sia dal punto di vista metodologico che dell'integrità dei dati. Le preoccupazioni più rilevanti che sono emerse sono sono elencate di seguito.

  1. Non c'è stato un adeguato aggiustamento dei fattori di confondimento noti e misurati (gravità della malattia, variabili temporali, condizioni locali, dose utilizzata).
  2. Gli autori non hanno aderito alle pratiche standard nel machine learning e nell’analisi statistica. Non hanno rilasciato il loro codice o i loro dati. Non c'è condivisione di dati/codici e  dichiarazione di disponibilità a condividere nell’articolo. Lancet è stato tra i numerosi firmatari dell’accordo sulla condivisione dei dati per gli studi sulla COVID-19 promosso da Wellcome.
  3. Non c'è stata una revisione etica.
  4. Non è stata fatta menzione delle nazioni o degli ospedali che hanno contribuito a fornire i dati e manca qualsiasi riconoscimento ai loro contributi. La richiesta fatta agli autori per avere informazioni sui centri che hanno contribuito ai dati dello studio è stata rigettata.
  5. I dati provenienti dall'Australia non sono compatibili con i rapporti del governo (troppi casi per solo 5 ospedali, nel periodo di studio ci sarebbero stati più decessi in ospedale di quanti ne siano avvenuti in tutto il territorio). Surgisphere (la società che gestisce i dati) ha dichiarato che l’anomalia è data da un errore di classificazione di un ospedale dell'Asia. Questo indica la necessità di un ulteriore controllo dei possibili errori in tutto il database.
  6. I dati provenienti dall'Africa indicano che quasi il 25% di tutti i casi COVID-19 e il 40% di tutti i decessi nel continente si è verificato negli ospedali associati a Surgisphere, che avevano un sofisticato sistema elettronico di registrazione dei dati e di monitoraggio del paziente in grado di rilevare e registrare tachicardia ventricolare sostenuta/non-sostenuta o o tachicardia ventricolare sostenuta o fibrillazione ventricolare. Sia il il numero dei casi e dei decessi e la raccolta dettagliata dei dati sembrano improbabili.
  7. Variazioni insolitamente piccole nelle variabili di base, negli interventi e negli esiti riportati tra i continenti.
  8. Dose media giornaliera di idrossiclorochina superiore di 100 mg rispetto alle raccomandazioni FDA, sebbene il 66% dei dati provengano da ospedali nordamericani.
  9. Rapporti improbabili tra l'uso di clorochina e idrossiclorochina in alcuni continenti.
  10. Gli intervalli di confidenza ristretti del 95% riportati per i rapporti di rischio sembrano incoerenti con i dati. Ad esempio, per i dati australiani sarebbe necessario circa il doppio dei numeri di decessi registrati e riportati nello studio.

I dati dei pazienti sono stati ottenuti attraverso cartelle cliniche elettroniche, database della catena di fornitori e registri finanziari. I dati sono in possesso della società statunitense Surgisphere. In risposta a una richiesta dei dati, queste le parole del Prof. Mehra: "I nostri accordi di condivisione dei dati con i vari governi, i Paesi e gli ospedali non ci permettono purtroppo di condividere i dati".
Data l'enorme importanza e influenza dei risultati di questo studio, riteniamo necessario che:

  • la società Surgisphere fornisca dettagli sulla provenienza dei dati;  come minimo, questo significa condividere i dati aggregati dei pazienti a livello ospedaliero (per tutte le variabili e i risultati)
  • la validazione indipendente dell'analisi venga effettuata da un gruppo coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, o da un'altra istituzione indipendente e credibile; questo porterebbe ad analisi aggiuntive (ad esempio per determinare se c'è un effetto dose-correlato) per valutare la validità delle conclusioni
  • vi sia accesso a tutti i consensi di condivisione dei dati sopra citati per garantire che, in ogni territorio, i dati elaborati siano stati raccolti in modo legale ed etico rispettando gli aspetti relativi alla privacy dei pazienti.

Nell'interesse della trasparenza, chiediamo inoltre alla rivista Lancet di rendere disponibili i commenti “peer review” che hanno portato all'accettazione di questo manoscritto per la sua pubblicazione.
Questa lettera aperta è firmata da clinici, ricercatori medici, statistici ed esperti di etica di tutto il mondo.

La lettera originale è disponibile qui: An open letter to Mehra et al and The Lancet

 


Fonte: James Watson on the behalf of 146 signatories. (2020, May 28). An open letter to Mehra et al and The Lancet (Version 2). Zenodo. http://doi.org/10.5281/zenodo.3864691