Nei prossimi giorni verrà presentata dal Dr. Michele Usuelli, Consigliere di Regione Lombardia di +Europa/Radicali, una mozione che impegni la Giunta ad una sostanziale revisione del finanziamento delle strutture sanitarie attraverso i DRG.
Con DRG (acronimo di Diagnosis Related Groups, ovvero Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) si indica il sistema di retribuzione degli ospedali per l'attività di cura, introdotto in Italia nel 1995. Le prestazioni sanitarie da allora vengono retribuite in base ad una stima predefinita del costo.
Il sistema dei DRG deriva dalla ricerca sulla funzione di produzione delle strutture ospedaliere iniziata nel 1967 dal gruppo dell’Università di Yale, coordinato da Robert Fetter. Tale ricerca ha tentato di capire se fosse possibile ipotizzare una funzione di produzione capace di determinare o misurare il risultato dell’attività di cura all’interno di una struttura ospedaliera, in base a determinate caratteristiche cliniche ed assistenziali dei pazienti. L’idea iniziale di Fetter è stata quella di identificare il prodotto dell’ospedale in termini di classi o categorie di pazienti omogenei quanto a caratteristiche cliniche ed assistenziali, e quindi anche rispetto al profilo di trattamento atteso.
In fase di accettazione il paziente è catalogato fra quelli che presentano una determinata patologia, per consentire al sistema di quantizzare le spese specifiche per un determinato ricovero, che a sua volta, viene raggruppato con altri ricoveri similari. Questa procedura ormai standardizzata, basata su regole precise, quantifica i rimborsi del Servizio Sanitario Nazionale nei confronti degli ospedali.
Tra gli intenti principali della mozione ci sono l’aumento dei livelli di trasparenza e l’ottimizzazione dei finanziamenti. Per quanto riguarda la questione della trasparenza, va ricordato che il sistema dei rimborsi per prestazione, metodica di rendicontazione trasparente e misurabile, costituisce solo parte dei trasferimenti di denaro da Regione Lombardia agli ospedali (pubblici e privati convenzionati). In Lombardia i ricavi degli ospedali pubblici provenienti da DRG e altri finanziamenti a tariffa costituiscono tendenzialmente il 60-70% mentre il resto è erogato tramite contributi non a prestazione, quindi discrezionali.
«Abbiamo diversi studenti universitari che svolgono degli stage nel gruppo consiliare di Più Euopa Radicali, spesso per sviluppare le loro tesi di laurea. Una modalità di interazione molto interessante secondo me, perché questi ragazzi sono preparati, hanno un obiettivo concreto e spesso capita che si concentrino su aspetti che possono risultare interessanti dal punto di vista delle politiche» ci dice il Dr. Usuelli, raggiunto al telefono. «Ho proposto a 3 studentesse una tesi sui meccanismi di finanziamento regionali nei confronti delle Aziende Ospedaliere pubbliche lombarde. Hanno messo nero su bianco un po' di dati sui bilanci di tutte le aziende pubbliche lombarde, andando a spulciarli 1 ad 1. Li abbiamo analizzati insieme ai loro professori del Politecnico di Milano. Ho così scoperto che la percentuale di finanziamenti che passano da Regione Lombardia agli ospedali tramite il sistema DRG è più bassa rispetto a quella di altre regioni. Pur essendo la più trasparente e misurabile. Ho scoperto anche che da circa 7-8 anni tutte le Aziende Ospedaliere pubbliche lombarde chiudono il bilancio in pari (uniche in Italia). Esiste un finanziamento regionale, una voce generica, che in pratica livella le situazioni economiche. Un meccanismo comprensibile se si trattasse, ad esempio, di far fronte a spese maggiori per soddisfare i bisogni dei cittadini. Altra cosa sarebbe se si trattasse di un modo per sanare i debiti derivanti da cattiva gestione. Regione non entra le merito dei passivi e ripiana».
L’attuale versione in uso del sistema DRG è stata aggiornata una decina di anni fa. Secondo il Dr. Usuelli necessita di manutenzione complessiva, soprattutto riguardo all’adeguamento del peso medio del DRG, fermo al 2008. Questo indicatore fornisce una misura del consumo medio di risorse associato ai ricoveri afferenti a ciascun DRG. Maggiore è il peso e più elevato risulterà il carico assistenziale della corrispondente casistica. È indicatore molto importante in merito a qualità e performance, soprattutto dei reparti di chirurgia.
Un ammodernamento dei DRG offre anche la possibilità di nuove scelte di visione riguardo a patologie che potrebbero/dovrebbero essere trattate con tecniche innovative. Secondo Usuelli, la diffusione di queste tecniche può essere sostenuta attivamente dalla Regione, ad esempio premiando in maniera differenziata chi utilizzi la tecnica di cura migliore (minor mortalità e complicanze) nella gestione della stessa patologia. Cosa chiaramente impossibile se gli aggiornamenti del sistema DRG non sono frequenti e non contemplano le tecniche di cura più recenti.
La mozione sostiene inoltre la necessità di una pianificazione nazionale e regionale che sappia investire e razionalizzare. Serve quindi individuare il fabbisogno dei diversi territori, così da evitare sprechi di risorse pubbliche, inutili duplicazioni, macchinari costosi ottenuti da un singolo medico di reparto senza la costruzione di una equipe e scongiurare rendite di posizione.
«Sempre grazie alla collaborazione con le università ho scoperto, ad esempio, che in un ospedale lombardo c’è un’attrezzatura per chirurgia robotica che viene impiegata per non più di 60 interventi l’anno» prosegue Usuelli. «Un numero così basso di interventi non giustifica la spesa, non consente una crescita delle abilità dell’equipe chirurgica, non migliora la salute dei cittadini. Io ed i miei collaboratori abbiamo approfondito e ci siamo resi conto che in Lombardia la maggior parte della chirurgia robotica è gestita dal settore privato accreditato. Eppure si tratta di un approccio chirurgico migliorativo in termini sia di mortalità che di outcome, per cui avrebbe senso investirci. Se non lo si sta facendo, probabilmente è perché abbiamo un sistema di DRG non al passo coi tempi e con l’innovazione».
Secondo Usuelli, una cabina di regia ed una revisione frequente del sistema permetterebbe inoltre di evitare differenze di trattamento tra le diverse regioni. Ad esempio, sempre per quel che riguarda la chirurgia robotica, solo Lombardia, Toscana e Veneto, hanno deliberato una compensazione aggiuntiva dedicata alla chirurgia robotica. Ma con sostanziali differenze, infatti la Lombardia favorisce l’adozione della tecnica robotica solo per la prostatectomia, la Toscana ridistribuisce la copertura anche su nefrectomia parziale, interventi al basso retto e pancreas mentre il Veneto lo estende anche ad interventi benigni o maligni di isterectomia.
La mozione che il Dr. Usuelli presenterà in Consiglio Regionale vuole quindi impegnare la Giunta a prevedere una revisione generale del modello di finanziamento delle strutture attraverso i DRG per garantire maggiore trasparenza nel flusso di denaro, maggiore impiego delle tecniche mediche e chirurgiche più innovative (con diretto miglioramento delle qualità di cura per i pazienti), favorire un accesso equo ed uniforme alle procedure mini invasive per tutta la popolazione, eliminando anche qualsiasi (incomprensibile) disparità di genere.