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Indicazione delle calorie nel menu dei ristoranti

Secondo uno studio recente, in Inghilterra nei prossimi due decenni si potrebbero evitare più di 9.000 decessi per malattie cardiache se tutti i ristoranti, i fast-food, i bar e i pub inserissero l’indicazione delle calorie nei loro menu.

Nel Regno Unito è obbligatorio indicare le calorie nei menu

Più di un adulto su quattro in Inghilterra è attualmente affetto da obesità e le tendenze suggeriscono che questa percentuale è destinata ad aumentare.
Il 6 aprile dello scorso anno nel Regno Unito è entrata in vigore la nuova normativa sui menu: ristoranti e take-away devono segnalare il contenuto calorico di ogni piatto, anche online, se le aziende hanno più di 250 dipendenti. Una legislazione simile è allo studio in Galles e Scozia ed è stata introdotta in altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti nel 2019 e alcune parti dell'Australia.  
Le prime stime dell'impatto di questa norma suggeriscono che la politica potrebbe prevenire o posticipare circa 730 decessi per malattie cardiovascolari tra il 2022 e il 2041. Si stima che i benefici per la salute sarebbero maggiori se la normativa fosse applicata a tutti gli esercizi di ristorazione inglesi, portando ad evitare circa 9.200 decessi per malattie cardiovascolari nei prossimi 20 anni in questo scenario.
Studi precedenti condotti in paesi come il Regno Unito, gli Stati Uniti e il Canada suggeriscono che l'indicazione delle calorie nei menu porta le persone a ordinare pasti con circa 47 kcal in meno e le aziende a ridurre il contenuto calorico medio dei loro pasti di 15 kcal. Questo studio è il primo a creare un modello di studio sull'impatto dell'indicazione delle calorie dei menu sull'obesità e sui decessi per malattie cardiovascolari in Inghilterra e su come l'effetto varia a seconda dei diversi gruppi socio-economici.  

Le calorie sui menu possono ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari?

Gli autori hanno studiato l’effetto stimato sui tassi di obesità e sui decessi per malattie cardiovascolari dal 2022 al 2041 dell'implementazione dell'indicazione obbligatoria delle calorie nei menu in Inghilterra per due scenari:

  1. quello attuale, in cui solo le grandi aziende di ristorazione con 250 o più dipendenti sono obbligate a fornire informazioni sulle calorie (questo tipo di aziende rappresenta il 18% dei punti vendita);
  2. l'introduzione dell'obbligo di indicazione delle calorie nei menu in tutti gli esercizi di ristorazione in Inghilterra.

Questi due scenari sono stati confrontati con uno scenario di base che prevedeva l'assenza di qualsiasi normativa.  
Senza alcuna norma sull’indicazione delle calorie nei menu, il modello stima che l'andamento delle malattie cardiovascolari provocherà circa 830.000 decessi entro il 2041 (intervallo compreso tra 600.000 e 1.200.000). Tuttavia, si stima che l'attuale politica prevenga circa 730 di questi decessi (intervallo 430-1.300) e che, se la politica fosse estesa a tutte le attività, si potrebbero prevenire circa 9.200 decessi (intervallo 5.500-16.000), quasi 13 volte di più rispetto alla politica attuale.
Lo scenario di base ipotizzava che la prevalenza dell'obesità in Inghilterra nel 2041 sarebbe stata del 27%. Il modello ha stimato che la politica attuale ridurrebbe la prevalenza dell'obesità di 0,31 punti percentuali (entro un intervallo 0,10-0,35) nei prossimi 20 anni, ma la piena attuazione della politica ridurrebbe la prevalenza dell'obesità di 2,65 punti percentuali (entro un intervallo 1,97-3,24).
Secondo gli autori, i risultati suggeriscono che l'estensione dell'obbligo di indicare le calorie sui menu a tutti gli esercizi di ristorazione inglesi potrebbe svolgere un ruolo importante nelle future strategie governative volte a sostenere le persone a fare scelte più sane per combattere l'obesità. Inoltre, gli autori incoraggiano il governo a proseguire e rafforzare la strategia per prevenire l'obesità in Inghilterra con un'ampia gamma di politiche, come l'indicazione delle calorie, la lotta al marketing del cibo spazzatura e l'aumento di tasse per l’industria delle bevande analcoliche, che ridurranno sia l'obesità sia lo scioccante divario di disuguaglianze sanitarie nella società.
Gli autori evidenziano che il loro studio presenta alcune limitazioni, tra cui il fatto che i dati sulla riduzione delle calorie associata alla politica all'interno del modello sono stati presi da studi statunitensi, che potrebbero non essere assimilabili alla popolazione inglese. Inoltre, sottolineano che lo studio ha modellato solo l'obesità degli adulti, quindi non è in grado di esaminare l'impatto sull'obesità infantile.

Commenti e critiche

In un commento, il dottor David D. Kim dell'Università di Chicago, che non ha partecipato allo studio, ha affermato che: "Le prove acquisite dai disegni di studio convenzionali sono talvolta insufficienti per informare le decisioni politiche. Tendono a concentrarsi su esiti sanitari a breve termine (ad esempio, variazioni di peso o biomarcatori), potrebbero non rappresentare una popolazione eterogenea ed è improbabile che valutino tutte le opzioni rilevanti per le politiche. La modellazione e la simulazione possono contribuire a colmare questa lacuna di evidenze informando molteplici processi rilevanti, testando una moltitudine di scenari plausibili che sarebbero impraticabili e inattuabili nelle sperimentazioni, quantificando l'entità delle conseguenze previste e non previste e avendo la possibilità di aggiustare e perfezionare i progetti prima di una sperimentazione o di un'effettiva implementazione nel mondo reale.

Alcuni ricercatori hanno criticato l'ipotesi di base dello studio. Gli autori della ricerca hanno ipotizzato che l'implementazione dell'indicazione delle calorie sui menu ridurrebbe il consumo di energia di 47 kcal (95% CI 15-78) per ogni pasto fuori casa, ricavando queste stime dalla revisione Cochrane e dalla meta-analisi degli studi randomizzati controllati di Crockett e colleghi. Gli autori si basano su questa ipotesi per il loro studio statistico predittivo. Secondo i critici, questo studio non è stato concepito per verificare le ipotesi della suddetta revisione del 2018, e sottolinea che le condizioni precedenti alla pandemia e alla crisi economica potrebbero non riflettere accuratamente l'attuale comportamento alimentare. Inoltre, sollevano dubbi sulla presunta uniformità degli effetti dell'indicazione delle calorie in diverse categorie demografiche.

Altri sottolineano le complessità e le incertezze coinvolte nella valutazione dell'effetto dell'indicazione delle calorie. Mettono in discussione l'assunzione che l'indicazione delle calorie porti automaticamente a una riduzione del consumo di calorie, sottolineando che alcuni studi suggeriscono invece un aumento del consumo di calorie in risposta a tale procedura (le persone iniziano a non farci più caso, alcuni gruppi potrebbero ragionare cercando di ottenere un miglior rapporto qualità-prezzo).
Infine, vengono sollevate preoccupazioni sull'impatto finanziario e sulla fattibilità della nuova etichettatura per le piccole imprese alimentari, oltre alla mancanza di considerazione degli effetti negativi potenziali, come l'innesco o il rafforzamento di disturbi alimentari.  Infatti, la legge attuale ha già suscitato l'interesse delle associazioni inglesi che si occupano di disturbi alimentari, in quanto questa norma può costituire un ostacolo a mangiare fuori con la famiglia e gli amici per le persone che si stanno riprendendo da un disturbo alimentare.  Se la politica di indicazione delle calorie sui menu dovesse essere estesa a tutte le attività di ristorazione, il rischio potrebbe aumentare ulteriormente.

“Tutti i modelli sono sbagliati, ma alcuni sono utili”

Il Prof. Kevin McConway, Professore Emerito di Statistica Applicata, The Open University, ha dichiarato: “Ci si potrebbe chiedere perché valga la pena farlo.  I modelli statistici, in particolare quelli predittivi, sono spesso oggetto di cattiva stampa, perché le cose non vanno come previsto dal modello.  Tuttavia, molti statistici (me compreso) sono soliti citare un eminente statistico anglo-americano del XX secolo, George Box, che disse: Tutti i modelli sono sbagliati, ma alcuni sono utili.  I modelli inevitabilmente semplificano ciò che accade nel mondo reale, quindi ne travisano alcuni aspetti, proprio come una mappa non rappresenta esattamente ciò che c'è sul terreno reale. Ma i modelli possono darci un'idea di ciò che è accaduto, o che potrebbe accadere, in modi che possono essere molto utili, proprio come può esserlo una mappa.  In questo caso, i responsabili politici devono decidere se modificare o meno le norme che regolano l’indicazione obbligatoria delle calorie per gli alimenti forniti e consumati fuori casa.  Non possono osservare cosa accadrà con le loro politiche in un periodo futuro di vent'anni. Un buon modello, utile, può aiutarli a capire cosa potrebbe funzionare e cosa no, e può consentire loro di confrontare l'impatto di diverse scelte politiche, in modi che sono essenzialmente impossibili da fare con altri metodi.  Si può essere abbastanza fiduciosi nell'affermare che le previsioni di questo studio di modellazione non si verificheranno esattamente e, con il senno di poi, potrebbero rivelarsi piuttosto imprecise. Ma, se non altro, l'esercizio indicherà quali caratteristiche sembrano essere importanti e dove risiedono le maggiori incertezze”.


Fonti: Colombet Z, Robinson E, Kypridemos C, Jones A, O'Flaherty M. Effect of calorie labelling in the out-of-home food sector on adult obesity prevalence, cardiovascular mortality, and social inequalities in England: a modelling study. Lancet Public Health. 2024 Mar;9(3):e178-e185. doi: 10.1016/S2468-2667(23)00326-2. PMID: 38429017.
Kim DD. The role of simulation modelling in public health policy evaluation. Lancet Public Health. 2024 Mar;9(3):e150-e151. doi: 10.1016/S2468-2667(24)00027-6. PMID: 38429013.
Science Media Centre. Expert reaction to modelling study looking at menu calorie labelling, and obesity and deaths from cardiovascular disease in England. 28 february 2024