La famiglia è un sostegno fondamentale per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca
Uno studio presentato pochi giorni fa durante il congresso Heart Failure 2019 riporta che meno del 10% dei pazienti con insufficienza cardiaca rispetta le raccomandazioni sull’assunzione di sale, sulle restrizioni dei fluidi, sulla pesatura giornaliera e sulla necessità di aumentare l'attività fisica. L’analisi evidenzia che la mancata aderenza a queste raccomandazioni peggiora se i pazienti vivono da soli.
L’insufficienza cardiaca è un importante problema di salute pubblica e lo diventerà sempre più per l’invecchiamento della popolazione. Si stima che in Italia soffrano di insufficienza cardiaca circa 600-700.000 (prevalenza generale di questa condizione è dell’1-2%). L’insufficienza cardiaca, in Italia, causa circa 190 mila ricoveri l’anno, rappresentando la seconda causa di ricovero. Esiste una forte correlazione tra ricovero per insufficienza cardiaca e mortalità. La mortalità per insufficienza cardiaca durante il ricovero è del 3,8%. Ogni anno si spendono nel mondo 100 miliardi di euro per l’insufficienza cardiaca. La cifra è destinata a raddoppiare entro il 2030.
I pazienti con insufficienza cardiaca possono condurre una vita sociale normale, a condizione che seguano in modo preciso e costante la terapia. La terapia non si compone solo di farmaci, ma anche di raccomandazioni relative allo stile di vita: diminuzione del sale e dei liquidi, aumento dell’attività fisica, pesata giornaliera. La pesata giornaliera permette di controllare la ritenzione idrica, mentre le restrizioni su sali e liquidi aiutano a prevenirla. L'attività fisica migliora la condizione fisica generale e la qualità della vita.
Uno studio recente ha esaminato l'aderenza a queste quattro raccomandazioni in 475 pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Solo il 7% dei pazienti ha seguito tutti e quattro le raccomandazioni non farmacologiche. Il 58% dei pazienti non ha seguito le quattro raccomandazioni, ma ha assunto i farmaci prescritti. Quasi il 48% non ha fatto attività fisica e il 19% ha fatto esercizio fisico molto raramente. Circa il 25% non ha mai aderito alla restrizioni sui fluidi, il 17% molto raramente. Mentre il 13% mai e il 22% raramente ha limitato l'assunzione di sale. Più della metà dei pazienti (54%) si sono pesati meno di una volta alla settimana, e il 17% lo ha fatto una volta alla settimana.
L’analisi ha evidenziato che la solitudine, il maggior numero di comorbilità, e uno stadio avanzato di insufficienza cardiaca sono predittori indipendenti del mancato rispetto delle quattro raccomandazioni. Secondo i ricercatori, medici ed infermieri devono incoraggiare i pazienti con insufficienza cardiaca ad avere maggiore cura di se stessi. I pazienti hanno bisogno di istruzioni scritte chiare su come esercitarsi, ad esempio. Inoltre sms e telefonate possono essere utilizzati come promemoria. È importante verificare che i pazienti comprendano bene le raccomandazioni e verificare l’aderenza alla terapia ad ogni controllo.
"La solitudine è il più importante fattore predittivo del fatto che i pazienti seguano o meno le raccomandazioni non farmacologiche" ha detto la Professoressa Beata Jankowska-Polanska. "I pazienti che vivono da soli evidenziano la peggiore compliance in tutti gli ambiti. I membri della famiglia hanno quindi un ruolo centrale nell'aiutare i pazienti a seguire le terapie, soprattutto se anziani. La famiglia e gli amici forniscono supporto emotivo, assistenza pratica e consigli".
Fonti: ESC Press Office
Swiatoniowska N, Szymanska-Chabowska A, Gajek J, Jankowska-Polanska B. Determinants of non-pharmacological compliance in patients with heart failure. Heart failure 2019 - 6th World Congress on acute heart failure