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Ipossiemia occulta, non solo una questione clinica

In un nuovo studio pubblicato da JAMA Internal Medicine che ha coinvolto più di 7.000 pazienti COVID-19, i pulsossimetri hanno sovrastimato la saturazione di ossigeno nel sangue dei pazienti asiatici, neri e ispanici.

Il saturimetro sovrastima i dati delle minoranze razziali

La pulsossimetria viene utilizzata per il triage e per le decisioni terapeutiche dei pazienti COVID-19. I bassi livelli di saturazione (<94%) richiedono infatti  interventi specifici per i pazienti COVID-19.
Ricerche precedenti hanno già dimostrato che la pulsossimetria sovrastima la saturazione di ossigeno nel sangue nelle persone con pelle di pigmentazione più scura rispetto a quelle con pigmentazione più chiara. Secondo i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) la COVID-19 ha avuto un impatto sproporzionato su neri, ispanici, indiani d'America, nativi dell'Alaska, nativi hawaiani e altri abitanti delle isole del Pacifico.
Il nuovo studio, pubblicato da JAMA Internal Medicine, ha esaminato i dati di cinque centri di riferimento e ospedali comunitari del Johns Hopkins Health System.
L'analisi ha compreso la revisione dei dati di oltre 1.200 pazienti affetti da COVID-19 ai quali sono stati misurati i livelli di saturazione dell'ossigeno nel sangue sia con la pulsossimetria sia con emogasanalisi. Dei 1.216 pazienti, il 41,7% erano donne, il 39,3% neri, il 37,8% bianchi, il 17,7% ispanici e il 5,2% asiatici. L’ipossiemia occulta è stata identificata nel 30,2% dei pazienti asiatici, nel 29,8% degli ispanici e nel 28,5% dei neri, rispetto al 17,2% dei loro coetanei bianchi.
L'analisi ha così mostrato che la pulsossimetria sovrastimava la saturazione arteriosa di ossigeno in determinati gruppi etnici.
Lo studio ha incluso anche la revisione dei dati di oltre 6.500 altri pazienti COVID-19 con misurazioni pulsossimetriche. Questa seconda analisi porta due dati chiave:

  • rispetto ai pazienti COVID-19 bianchi, la pulsossimetria ha sovrastimato i livelli di ossigeno nel sangue dell'1,7% per i pazienti asiatici, dell'1,2% per i pazienti neri e dell'1,1% per i pazienti ispanici;
  • rispetto ai pazienti COVID-19 bianchi, i pazienti neri avevano il 29% in meno di probabilità di essere riconosciuti idonei al trattamento mediante pulsossimetria e i pazienti ispanici non neri avevano il 23% in meno di probabilità di essere riconosciuti idonei al trattamento mediante pulsossimetria.

Complessivamente, il 23,7% di questi pazienti, di cui il 54,8% di razza nera, non ha mai ricevuto la terapia migliore per le sue condizioni.

Stiamo usando un dispositivo che fornisce dati non corretti

L'imprecisione della pulsossimetria può avere un impatto sul trattamento della COVID-19, in particolare per alcuni gruppi etnici. Poiché l'ammissibilità a molti farmaci per la COVID-19 dipende dai livelli di saturazione, i dati del pulsossimetro sono diventati di fatto dei gatekeeper per il trattamento dei pazienti con questa patologia. La scarsa accuratezza dei pulsossimetri può fare la differenza tra ricevere una terapia utile e non riceverla.  
In un commento correlato all’articolo, le Dottoresse Valeria Valbuena dell'Università del Michigan, Raina Merchant dell'Università della Pennsylvania; e Catherine Hough dell'Oregon Health Sciences University, hanno messo in discussione l'affidamento alla pulsossimetria per l'inizio della terapia per COVID-19.
"Sebbene le differenze nella pulsossimetria possano sembrare più significative in prossimità delle soglie di trattamento, alcune popolazioni di pazienti (ad esempio, i pazienti neri sottoposti a ECMO per la sindrome da distress respiratorio acuto) presentano alti tassi di ipossiemia occulta, indicando la necessità di una maggiore consapevolezza nel trattamento di questi gruppi", hanno scritto. "Inoltre, nei bambini, anche una lieve ipossiemia occulta può avere effetti sostanziali a lungo termine. Perché tollerare un dispositivo che funziona costantemente meno bene nei pazienti con carnagione più scura?".
I ricercatori hanno aggiunto che il legame tra il mancato riconoscimento dell’ipossiemia occulta e i ritardi nel trattamento non possono essere separati dalle ingiustizie e dalle disparità sociali, alla base degli scarsi risultati di COVID-19 nei gruppi di minoranza razziale ed etnica.
"Questi problemi più ampi e sistemici esistono al di fuori dei problemi di progettazione del dispositivo dimostrati da queste indagini", scrivono i ricercatori. "Sebbene l'errore di misurazione del dispositivo sia reale e basato esclusivamente su questioni tecniche, la decisione di non intervenire su un dispositivo difettoso è umana e può e deve essere corretta".


Fonti: Fawzy A, Wu TD, Wang K, et al. Racial and Ethnic Discrepancy in Pulse Oximetry and Delayed Identification of Treatment Eligibility Among Patients With COVID-19. JAMA Intern Med. Published online May 31, 2022. doi:10.1001/jamainternmed.2022.1906
Valbuena VSM, Merchant RM, Hough CL. Racial and Ethnic Bias in Pulse Oximetry and Clinical Outcomes. JAMA Intern Med. Published online May 31, 2022. doi:10.1001/jamainternmed.2022.1903