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La biopsia liquida nei tumori cerebrali

Fare una biopsia di un tumore al cervello è una procedura chirurgica complessa e invasiva, ma un team di ricercatori della Washington University di St. Louis sta sviluppando una tecnica che, attraverso l’uso di ultrasuoni focalizzati, consente di rilevare i biomarcatori tumorali con un semplice esame del sangue.

Allo studio una nuova metodica basata sull’uso di ultrasuoni focalizzati e microbolle
 
Fare una biopsia di un tumore al cervello è una procedura chirurgica complessa e invasiva, ma un team di ricercatori della Washington University di St. Louis sta sviluppando una tecnica che, attraverso l’uso di ultrasuoni focalizzati, consente di rilevare i biomarcatori tumorali con un semplice esame del sangue.
 
La biopsia liquida è una metodica non invasiva che consiste in un prelievo di liquido biologico (finora sono stati usati plasma e siero) contenente DNA tumorale circolante (ctDNA). La successiva analisi molecolare ricerca le alterazioni genomiche di interesse clinico. A differenza della biopsia tradizionale, la biopsia liquida può essere eseguita molto più frequentemente con minor rischio per il paziente.

La biopsia liquida è già entrata nel management del paziente oncologico per diversi tipi di cancro. Non è così, invece, per i tumori cerebrali, ambito nel quale si sono fatti progressi limitati. La principale complicazione per la biopsia liquida del tumore cerebrale è rappresentata dalla barriera emato-encefalica (BEE), un vero e proprio ostacolo al rilascio nel flusso sanguigno dei biomarcatori tumorali. Si consideri che in pazienti con gliomi avanzati il ctDNA è rilevabile solo in una piccola frazione di pazienti (<10%), molto più bassa rispetto ai pazienti con altri tumori solidi.
Gli ultrasuoni focalizzati (FUS, focused ultrasound) rappresentano una tecnica non invasiva per il rilascio mirato di biomarcatori. Gli ultrasuoni focalizzati usati in combinazione con le microbolle sono stati studiati per indurre l'apertura della BEE e somministrare farmaci  nel microcircolo cerebrale in modo sicuro e localizzato.

Uno studio recente è partito dall’ipotesi che la rottura della BEE mediata dai FUS potesse costituire uno strumento per migliorare il "traffico a due vie" tra cervello e torrente circolatorio. Come le molecole circolanti possono entrare nel cervello attraverso l’interruzione della BEE mediata dai FUS, così i biomarcatori cerebrali (ad esempio i marker tumorali) possono fuoriuscire ed essere usati per biopsie liquide. In questo studio, in particolare, si dimostra la fattibilità dell'uso dei FUS in combinazione con le microbolle per il rilascio locale di mRNA da tumori di glioblastoma murino. Il glioblastoma è stato usato come modello tumorale perché è il tipo più frequente di tumore cerebrale primario negli adulti ed è associato a una prognosi infausta.
Nonostante i limiti dello studio e la necessità di ulteriori approfondimenti, si è aperta una strada per usare la biopsia liquida anche nei tumori cerebrali, con notevoli vantaggi clinici non solo in fase diagnostica, ma anche nel monitoraggio del follow-up.


Fonte: Zhu L, Cheng G, Ye D, Nazeri A, Yue Y, Liu W, Wang X, Dunn GP, Petti AA, Leuthardt EC, Chen H. Focused Ultrasound-enabled Brain Tumor Liquid Biopsy. Sci Rep. 2018 Apr 26;8(1):6553. doi: 10.1038/s41598-018-24516-7.