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Long-COVID e trombosi

Secondo uno studio recente della NTU di Singapore i soggetti guariti da COVID-19, specialmente quelli con preesistenti patologie cardiovascolari, possono essere a rischio di sviluppare trombosi.

I pazienti COVID-19 rischiano trombosi a causa di una risposta immunitaria iperattiva

Secondo uno studio recente i soggetti guariti da COVID-19, specialmente quelli con preesistenti patologie cardiovascolari, possono essere a rischio di sviluppare trombosi a causa di una risposta immunitaria persistente e iperattiva.

Un team di ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore (NTU) guidato dalla Professoressa Christine Cheung, ha studiato il possibile legame tra COVID-19 e l’aumentato rischio di formazione di coaguli di sangue, incrementando le conoscenze sul cosiddetto Long-COVID. I risultati dello studio aiutano a spiegare perché alcune persone guarite da COVID-19 mostrano anomalie della coagulazione del sangue. In alcuni casi, queste anomalie aumentano il rischio di infarto miocardico, ictus cerebrale o insufficienza d'organo.

Gli studiosi hanno raccolto e analizzato campioni di sangue di 30 pazienti COVID-19 un mese dopo la guarigione e le dimissioni dall'ospedale. Hanno scoperto che tutti i pazienti COVID-19 guariti mostravano segni di danno endoteliale, probabilmente da una risposta immunitaria persistente, che può innescare uno stato protrombotico.
Il team ha scoperto che i pazienti COVID-19 guariti avevano il doppio del numero normale di cellule endoteliali circolanti (CECs), rilasciate dalle pareti dei vasi sanguigni danneggiati. I livelli elevati di CECs indicano che il danno ai vasi sanguigni era ancora presente dopo la guarigione dall’infezione. I ricercatori hanno anche scoperto che i pazienti COVID-19 guariti hanno continuato a produrre alti livelli di citochine, anche in assenza del virus. Inoltre, nel sangue era presente un numero insolitamente alto di cellule T. La presenza di citochine e di alti livelli di cellule immunitarie suggeriscono che il sistema immunitario dei pazienti COVID-19 guariti sia rimasto attivato.
I ricercatori ipotizzano che la risposta immunitaria persistente continui a danneggiare i vasi sanguigni dei pazienti COVID-19 guariti, aumentando ulteriormente il rischio di trombosi.

I risultati dello studio possono aiutare nella stesura delle linee guida per la cura post-ospedalizzazione dei pazienti COVID-19 che potrebbero essere affetti dai sintomi tipici del “Long-COVID”. Secondo i ricercatori i pazienti affetti con problemi cardiovascolari meritano una maggiore attenzione perché le loro condizioni basali determinano già un indebolimento del loro sistema vascolare. La COVID-19 rappresenta per loro un doppio colpo.
I ricercatori proseguiranno lo studio sugli effetti a lungo termine della COVID-19 in pazienti guariti dalla malattia da almeno sei mesi.


Fonte: Chioh FW, Fong SW, Young BE, Wu KX, Siau A, Krishnan S, Chan YH, Carissimo G, Teo LL, Gao F, Tan RS, Zhong L, Koh AS, Tan SY, Tambyah PA, Renia L, Ng LF, Lye DC, Cheung C. Convalescent COVID-19 patients are susceptible to endothelial dysfunction due to persistent immune activation. Elife. 2021 Mar 23;10:e64909. doi: 10.7554/eLife.64909. PMID: 33752798; PMCID: PMC7987341.