Medico in Antartide, l'avventura definitiva
Tredici persone, completamente isolate dal mondo per nove mesi. Tra questi, un medico. Nella base antartica Concordia, uno dei luoghi più ostili e isolati della Terra, Fabien Farge si occupa della salute degli scienziati e del personale tecnico.
Articolo tradotto dall'originale in francese
Fabien Farge, medico della base Concordia in Antartide
Da quasi un anno, Fabien Farge è il medico della base Concordia in Antartide1, che per nove mesi è completamente isolata dal mondo. Specialista di medicina in ambienti isolati, è anche l'inventore di un drone per il salvataggio in mare e di un dispositivo per l'evacuazione di vittime con politraumi. È anche un pioniere nel campo dell’organizzazione dei centri di emergenza medica e partecipa attivamente al dibattito sull'accesso alle cure. Una sua breve biografia si trova alla fine dell'intervista.
Dottor Farge, quali sono le attuali condizioni di vita presso la base Concordia?
Per comprendere quello di cui stiamo parlando, dobbiamo partire dal fattore più importante: l'isolamento. La missione dura complessivamente quattordici mesi, di cui circa nove di svernamento, cioè di isolamento completo.
L'estate dura tre mesi, dal 1° novembre al 1° febbraio. Durante questo periodo, segnato dall'arrivo del primo aereo e dalla partenza dell'ultimo, ci sono fino a 75 persone nella base.
Al momento [luglio 2022] siamo solo in tredici - dodici uomini e una donna - e siamo totalmente isolati dal mondo, senza possibilità di evacuazione. In inverno non si può atterrare qui: fa troppo freddo. Al di sotto dei -55 °C, tutte le plastiche, le colle e i materiali compositi si distruggono.
Concordia è una base franco-italiana. È una delle tre basi - insieme a una russa e una americana - in cui le squadre svernano. Le nostre condizioni di vita sono così speciali che veniamo chiamati "invernanti", in condizioni simili a quelle degli astronauti. C'è una piccola differenza: il personale della Stazione Spaziale Internazionale può essere rimpatriato, se necessario. Per noi è impossibile.
Ad oggi, la base Concordia è il luogo più isolato dell'universo in cui vivono esseri umani. Non vediamo il sole dal 5 maggio [questa intervista è stata fatta a luglio 2022]. Oggi ci sono -72°C all'esterno della base. Con il vento che soffia a 9 m/s, la temperatura percepita è di -90 °C.
La base Concordia (credit Julien Witwicky)
Concordia si trova a un'altitudine di 3.200 metri, ma è anche uno dei tre luoghi abitati della Terra più vicini al Polo Sud. La pressione atmosferica è quindi molto bassa. Oggi raggiunge i 620 hPa. In termini di ossigeno "percepito", è come se la base Concordia si trovasse a un'altitudine di 3.800 metri. Quando la pressione si abbassa ulteriormente, l'ossigeno disponibile è quello che si trova a un'altitudine di 4.000 metri o più. La base non è pressurizzata, quindi viviamo così per mesi.
Il nostro aereo DC-3 è atterrato qui il 14 dicembre 2021, dopo un mese di quarantena a Hobart, in Tasmania. All'atterraggio, la nostra saturazione di ossigeno variava tra il 75 e l'80%. Ho impiegato un po' più di tempo per adattarmi rispetto ai miei colleghi più giovani, ma la mia SaO2 è ora stabilizzata al 90% con un'emoglobina di 17 g/dl. In pratica quando torneremo a casa inizieremo a galoppare!
Qualche altro dato? Spesso si ignora che l'Antartide è il luogo più secco del mondo: il tasso di umidità nella mia stanza è del 7%. Infine, il Polo è una zona di convergenza dei raggi cosmici: la dose di radiazioni che riceviamo in un anno è equivalente a quella ricevuta dall'equipaggio di un aereo durante cinquanta voli transatlantici.
Veduta dalla cima dell'American Tower, una struttura alta 45 metri che permette di misurare i gradienti di vento e la temperatura
Può uscire dalla base?
Circa una volta alla settimana. Io sono quello che esce di meno perché ho meno motivi degli altri per uscire. Soprattutto, come medico, devo espormi a rischi il meno possibile.
Il personale tecnico esce più spesso per le operazioni di manutenzione. Ad esempio, devono svuotare i serbatoi dei liquami perché tutti questi rifiuti saranno spediti in Australia per il ritrattamento.
Gli scienziati - sismologi, meteorologi, specialisti in magnetismo o chimica atmosferica - escono regolarmente. Per non parlare dei veri eroi polari, i glaciologi.
Concordia è nota per la perforazione EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica), con un carotiere che raggiunge una profondità di 3.200 metri. L'analisi delle bolle d'aria trovate nei vari strati ha permesso di tornare indietro nel tempo e di dimostrare che il livello di CO2 non è mai stato così alto per 800.000 anni.
Oltre all'EPICA è in corso un altro progetto di perforazione, realizzato a 37 chilometri dalla base Concordia da una squadra di dieci uomini di cui sono anche responsabile medico. Permetterà di tornare indietro di 1.200.000 anni.
Infine, il progetto Ice Memory prevede la conservazione di carote di ghiaccio provenienti da ghiacciai di tutto il mondo per creare una sorta di biblioteca del ghiaccio e del tempo.
Le Stazioni italiane in Antartide (credit: italiantartide.it)
Lei è l'unico medico della missione?
Sono l'unico responsabile della salute degli invernanti.
C’è un altro medico qui, Hannes Hagson2, un giovane medico svedese. Hannes ha un profilo più da ricercatore. È un medico della sanità pubblica e non ha una formazione in medicina d'urgenza o in medicina in ambienti isolati. In concreto, sono l'unico in grado di gestire una situazione critica.
Hannes sta facendo ricerca per l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). L'ESA è interessata a noi perché le nostre condizioni di vita sono simili a quelle degli astronauti durante un volo o un potenziale soggiorno su Marte. La temperatura media della base Concordia, -60 °C, corrisponde a quella che si registra lì in estate. Un altro esempio: durante un volo verso Marte, potrebbe essere necessario abbassare in modo permanente il livello di ossigeno nella navicella. Proprio come accade qui.
Uno degli undici studi che Hannes sta conducendo riguarda il sonno. Il nostro sonno viene analizzato ogni due settimane e durante la missione avremo quattro registrazioni polisonnografiche. Precedenti ricerche dell'ESA hanno già dimostrato che sulla base Concordia non esiste una fase di sonno profondo, ma solo di sonno REM. Alcune missioni hanno persino sperimentato inversioni complete del ritmo circadiano. Poiché siamo ipossici, durante il sonno iperventiliamo. Il conseguente calo di C02 porta all'apnea centrale. Ciò significa che il sonno su Concordia non è molto ristoratore e che usciamo da queste missioni esausti.
L'ESA sta anche studiando il modo in cui variano i nostri riflessi, o la variazione del gusto. Qui non ci sono odori, quindi ci sono pochi stimoli oltre al cibo. La maggior parte degli undici esperimenti condotti alla base Concordia vengono svolti in parallelo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Qual è il concetto di situazione critica nella medicina in ambienti isolati?
In una missione in ambiente isolato, tutto è molto tranquillo. La famosa calma prima della tempesta.
L'aspetto critico è che qualsiasi situazione tranquilla, normalmente innocua, può diventare rapidamente estremamente problematica. Il rischio è la scarsa reattività. Perché le cose vanno male molto rapidamente e bisogna reagire immediatamente. La domanda che incombe, onnipresente, ben nota ai medici d'urgenza, non è se succederà, ma quando succederà?.
Faccio un esempio. A maggio feci 18 visite mediche. Tenete conto che qui ci sono solo 13 persone, me compreso, e che in teoria siamo tutti in buona forma. Un membro dell'équipe venne a fare una visita di controllo periodica, ne facciamo una ogni tre mesi. Scoprii un'ampia lesione ulcerativa sul pilastro tonsillare. Qualche giorno dopo accusò un leggero mal di gola, senza febbre. Quando si svegliava, il cuscino era leggermente macchiato di sangue. Naturalmente, io pensai ad una neoplasia.
Qui le cose si complicano. La legge di Murphy ci prende sempre, avevo anche alcuni strumenti rotti. Dato l'aspetto della lesione, ipotizzai un'angina di Vincent atipica, prescrissi un antibiotico e incrociai le dita. Per fortuna, si trattava di questo. Ma se si fosse trattato di una neoplasia, come l'avrei gestita? Il prossimo aereo sarebbe arrivato tra otto mesi...
Essere medico qui alla base Concordia è uno stress costante per un anno. Ogni volta che guardo i miei colleghi, immagino un incidente. È una cosa incredibile, ma per fortuna non mi impedisce di dormire.
Claude Bachelard, ex ufficiale responsabile medico delle TAAF - Terre australi e antartiche francesi3 diceva: "Non c'è motivo di sbagliare, tutto andrà bene”. Lo tengo bene a mente.
Al termine di una precedente missione nelle isole sub-antartiche, nel momento in cui sono salito a bordo della Marion Dufresne, ho sentito come una corazza di piombo sulle mie spalle sciogliersi all'istante. La indossavo da tredici mesi e non me ne ero nemmeno accorto.
E se è il medico ad ammalarsi?
Conosciamo tutti la storia di Rogozov, che dovette operarsi per un'appendicite4. Un'altra storia aiuta a comprendere il contesto in cui ci troviamo. Nel 1998, Jerri Nielsen era il medico di una base americana ancora più a sud della Concordia. Nel bel mezzo dello svernamento, si autodiagnosticò un nodulo al seno. Gli Americani riuscirono a far atterrare con un paracadute quel che serviva per fare una biopsia e iniziare la chemioterapia. Fece tutto da sola, la biopsia e l'esame anatomo-patologico. Rispetto. Il tumore non si fece sentire per cinque anni, ma poi causò la sua morte nel 2009.
Non ho affrontato questo tipo di prova, ma ho vissuto i miei attimi di paura. L'ultimo è avvenuto quattro giorni fa. Mi sono svegliato con un dolore alla schiena. All'inizio ho pensato che fosse muscolare. Il dolore aumenta, si sposta a sinistra, inizia a sembrare una colica renale e l'esame delle urine risulta positivo. Credetemi sulla parola: non è facile fare una scansione del rene in queste condizioni. Se non passa dopo 12 ore di antinfiammatori, qual è lo scenario? Il Concordia Hospital è ben attrezzato - mini chirurgia, radiologia, ultrasuoni - ma non ho un endoscopio o uno stent a doppio J. Hannes non è addestrato per l'anestesia generale. In ogni caso, non mi vedo a chiedergli di fare una nefrostomia d'emergenza alla cieca, senza un intensificatore d'immagine...
Un altro esempio. Quando ho svernato sulle isole di Saint-Paul e Nuova Amsterdam, mi sono rotto un molare. Ho dovuto fare l'anestesia con un’iniezione nella spina dello Spix, usando uno specchio da trattore attaccato alla sedia. Ho mancato la prima anestesia e ho curato il dente come meglio potevo. Secondo il mio dentista ho fatto un buon lavoro.
Nicolas, elettrotecnico, si sta esercitando a compiere un piccolo intervento chirurgico
Fa parte del team che ho addestrato per dieci settimane al primo soccorso e alla gestione di un paziente in emergenza in ospedale e in sala operatoria. Avranno il compito di aiutare me, o Hannes, se mi succede qualcosa. Quindi mi sono preoccupato di insegnare loro i gesti giusti...
Se serve una consulenza, come si fa?
Ho sempre sognato di poter dire: "Qui prendono solo il meglio del meglio, quindi non abbiamo mai bisogno di consigli esterni" [ride]. Vorrei poterlo dire, ma non è così. Per fortuna abbiamo molto sostegno.
Concordia è una base franco-italiana. Di norma, il ruolo di medico è ricoperta da un italiano. Sono il primo medico francese a svernare qui. Siamo quindi collegati a una clinica di Roma che fornisce assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in particolare per gli interventi chirurgici. Con loro faccio in media un teleconsulto al mese.
Per il resto, sul versante francese, le TAAF dispongono di un'eccellente rete di telemedicina grazie al supporto dell’ospedale universitario La Reunion. Posso ottenere facilmente qualsiasi consulenza specialistica.
Se devo fare un intervento chirurgico, sono dotato di un'unità chirurgica con telecamera. Idealmente, la base Concordia dovrebbe essere dotata di una telecamera controllata a distanza. Un medico specialista potrebbe quindi guidare ogni nostra azione.
E il supporto psicologico?
Ho un alleato. Ho portato con me una buona caffettiera. Le persone in difficoltà vengono a prendere un caffè. E se vengono a prenderlo qui, in ospedale, non è una cosa banale. Questi momenti sono molto importanti.
Sono abituato a posti isolati. Non ho mai avuto un vero e proprio calo del morale. Come tutti qui, a volte ho nostalgia di casa. A volte vorrei anche vedere altre persone.
È molto speciale essere solo tredici, non è come svernare in ambienti più grandi e con più persone. In alcuni momenti penso alle vacanze che seguiranno la missione. So già esattamente cosa farò al mio ritorno: andrò in Australia a fare surf sulle onde di Noosa!
Ricevete una formazione specifica prima di questo tipo di missione?
A differenza della Gran Bretagna, ad esempio, in Francia non esiste una formazione specifica, come un master in medicina in ambienti isolati. L'unico modo per addestrarsi è andare in missione nelle TAAF. In questo contesto, il Servizio Sanitario dell'Esercito fornisce una formazione straordinaria della durata di tre mesi. Il programma comprende chirurgia, anestesia, odontoiatria, biologia, ecc.
Poi, durante la missione, credo sia fondamentale continuare ad imparare, in modo permanente. È un modo per stare al passo con i tempi. Attualmente sto partecipando a un MOOC [Massive Open Online Course] sulla ventilazione.
Quindi avete accesso a Internet?
Raramente e di qualità molto scadente. Abbiamo accesso a WhatsApp, per tenerci in contatto con i nostri parenti. Sulla base Concordia, l'antenna satellitare è tangente alla curvatura della Terra. In pratica, i satelliti non sono in alto ma all'orizzonte, quindi le comunicazioni sono di scarsa qualità. La larghezza di banda è bassa e riservata principalmente agli scienziati per il trasferimento dei dati.
Come si svolge una giornata tipo?
Per me la routine è il modo migliore per evitare che il tempo passi, altrimenti non "passa" ma "rimane". Mi sveglio sempre alla stessa ora e dedico tutte le mie mattine alla formazione. Come dicevo, ora sono impegnato con questo MOOC, ma approfitto anche di essere qui per migliorare il mio italiano con un collega.
Mi alleno anche nella nostra mini palestra. 1,5 ore di cardio sul tapis roulant, 5 giorni alla settimana. Considerati i nostri livelli di ossigeno, è più che sufficiente! Una volta alla settimana, esco dalla base per un massimo di 45 minuti prima che il freddo mi costringa a rientrare. Giusto il tempo per una piccola passeggiata, un momento di solitudine e per scattare qualche foto.
I dintorni della base Concordia in Antartide
-82° C percepiti, assenza di vento: ecco!
4 strati è la regola. Un sottocasco, un passamontagna, un cappello, il cappuccio, la maschera, solo per la testa. Mentre gli scaldini si scaldano, prendo la radio e annuncio con voce soffocata che farò il giro della base. Giro la grande maniglia della camera di compensazione, il ghiaccio si spacca, cede e io esco.
A parte le visite, il pomeriggio è dedicato alla gestione dell'ospedale: inventari, procedure, manutenzione delle attrezzature, ecc. Un lavoro noioso, ma essenziale. Dopo, per rilassarmi, suono l'ukulele.
La sera mangiamo tutti insieme. Stessa ora, stesso posto, stesso menù. Siamo abbastanza in linea con le abitudini di una casa di riposo!
Dopo giochiamo a boccette, una specialità di biliardo che si gioca a mano, senza stecche, o a calciobalilla. Ci sono anche giochi da tavolo e alcuni videogiochi. Verso le 21, alcuni guardano un DVD nella nostra sala cinema, altri si dedicano a un libro o lavorano a progetti professionali e personali.
Una volta al mese circa organizziamo feste con giochi e musica. Ma, contrariamente a quanto si pensa, a questi eventi non si beve molto alcol, anche se ce n'è un po' a disposizione.
Recentemente [alla fine di giugno] abbiamo vissuto un momento molto importante per tutti gli abitanti del lungo inverno. Il 21 giugno, nel cuore dell'inverno in Antartide, si celebra il festival Midwinter, che segna l'inizio del graduale ritorno della luce del giorno. La tradizione risale al 1902. Sir Ernest Henry Shackleton, l'ufficiale della spedizione Discovery5, ebbe questa idea per contrastare la monotonia. Per una settimana, le basi australi e antartiche rompono l'isolamento inviando reciprocamente i saluti. Tutte le basi del continente si sfidano in una sorta di Olimpiadi a distanza. Alcuni organizzano campagne elettorali fasulle per eleggere un leader di breve durata. Alla Concordia abbiamo organizzato feste a tema con decorazioni per la stanza, vestiti eleganti e cibo stravagante.
Non è facile trovare candidati per questo lavoro. Cosa direbbe a un medico per convincerlo a venire?
Cito ancora una volta Sir E. Shackleton che aveva pubblicato questo annuncio per reclutare i suoi ragazzi.
"Cercasi uomini per viaggio pericoloso. Retribuzione bassa. Freddo glaciale. Lunghi mesi di buio totale. Pericolo continuo. Ritorno non garantito. Onore e riconoscimento in caso di successo”.
C’è tutto, tranne che l'onore e il riconoscimento non ci sono più. Tempi diversi, usanze diverse. La buona notizia è che sono riusciti a trovarmi un successore. Quindi non ho intenzione di consegnare la mia candidatura per il momento [ride]6.
Dal punto di vista professionale, venire alla base Concordia come medico è un'opportunità unica - nel senso etimologico del termine - di andare oltre i propri limiti. Quindi, ottima esperienza per aumentare la fiducia in te stesso.
Uno svernamento cambia il modo di pensare, perché si ha sempre in mente questa frase: "Se devo farlo, lo farò, opererò questo ragazzo, perché non c'è nessun altro nel raggio di 800 chilometri che possa farlo, e se non lo faccio morirà". Quando la missione termina, ci si rende conto davvero di averla intrapresa, di aver vissuto un'esperienza fuori dal comune. Ne esci diverso, cresciuto.
In termini umani, lo svernamento è un'avventura estrema e intima. Concordia è un altro pianeta, dove la vita al di fuori della base non esiste e non è ben accetta.
Solo chi ha vissuto l'esperienza di uno svernamento può capire cosa significhi. Si crea un legame molto forte tra noi, una sorta di esprit de corps simile a quello che si trova nell'esercito, tra coloro che sono stati al fronte insieme. Alla fine dello svernamento, non abbiamo bisogno di parlarci: ci basta guardarci per capire cosa sta pensando l'altro. È molto forte e molto speciale come esperienza. La condizione è arrivare alla Concordia con una buona dose di empatia, ma anche di adattabilità nei rapporti umani. "Morbido sulle zampe posteriori", come ha detto uno dei miei capi.
C'è un'ultima ragione per venire qui. Alla base Concordia vediamo cose che solo qui, solo noi sulla Terra possiamo vedere. La scorsa settimana abbiamo osservato le mostruose aurore che circondano la base. Per vederle, bastava camminare per 25 metri.
Il cielo in Antartide (credit: Julien Witwicky)
Qui ci sono telescopi molto potenti. Non è una coincidenza. In qualsiasi altra parte del mondo, quando si guardano le stelle con un binocolo si vede che tremano. Questa distorsione è dovuta agli strati termici. Qui lo strato termico ha uno spessore medio di soli 35 metri, appena 5 metri quando le temperature sono molto basse. Con la totale assenza di inquinamento luminoso durante la notte polare, la nitidezza è incredibile.
Alla Concordia, quando esco dalla base e mi sdraio sulla schiena, mi sento come un astronauta durante una passeggiata spaziale. Sto volando tra le stelle. Il medico d'urgenza cinquantenne diventa il bambino di sette anni che sognava di andare nello spazio.
Note:
1. La posizione esatta della Stazione Concordia in Antartide su Google Maps: Concordia Station a Dome C
2. Il blog del Dr, Hannes Hagson sul sito ESA: Hannes Hagson
3. Le Terre australi e antartiche francesi (in francese: Terres australes et antarctiques françaises, in breve TAAF), costituiscono un territorio d'oltremare della Francia. Questo territorio è attualmente composto da cinque distretti: tre di essi sono subantartici e situati a sud dell'oceano Indiano (isole Saint-Paul e Nuova Amsterdam, Crozet e Kerguelen); il quarto è basato sulla rivendicazione di una porzione del continente antartico (la Terra Adelia); mentre il quinto è composto da isolotti per la maggior parte nel canale del Mozambico (le isole Sparse).
4. Leonid Rogozov (1934-2000) fu un medico sovietico che nel 1960 partecipò come unico medico alla Sesta Spedizione Antartica Sovietica sulla costa antartica Astrid Princess. Nell'aprile del 1961 il giovane medico avvertì i sintomi dell’appendicectomia. Unico medico della spedizione, dopo una terapia antibiotica che non ebbe successo, decise di operarsi da solo. L'intervento chirurgico ebbe successo e il Dr. Rogozov visse altri quarant'anni (Rogozov V, Bermel N. Auto-appendectomy in the Antarctic: case report. BMJ. 2009 Dec 10;339:b4965. doi: 10.1136/bmj.b4965. PMID: 20008968).
5. La spedizione Discovery conosciuta anche come spedizione nazionale antartica britannica, 1901-04 (British National Antarctic Expedition 1901-04) è stata la prima missione esplorativa britannica diretta verso le regioni antartiche, Deve il suo nome alla Discovery, la nave utilizzata per raggiungere l'Antartide.nel viaggio di James Clark Ross sessanta anni prima (fonte Wikipedia).
6. Sul sito italiantartide.it sono disponibili tutte le informazioni per sottoporre la propria candidatura a prendere parte ad una spedizione in Antartide: Fare il medico in Antartide
Leggi di più: Fabien Farge, medico estremo e inventore
Fabien Farge, 52 anni, si è dedicato alla medicina in ambienti isolati quando aveva trent'anni. Un percorso ovvio per questo avventuriero che aveva già esplorato 12.000 chilometri di Sud America con il padre, aveva fatto spedizioni in moto in Africa occidentale e la traversata del Madagascar in mountain bike. Senza dimenticare una missione antropo-nutrizionale a cui aveva partecipato come medico e ricercatore. È stata l'occasione per vivere per tre mesi con la tribù degli Oyampi, alle sorgenti dell'Oyapock, al confine tra la Guyana francese e il Brasile.
Il Dr. Farge è arrivato ad occuparsi di medicina in ambienti isolati nel 2007. La sua attuale missione in una base antartica è la quarta di questo tipo. Come medico, ha già trascorso tredici mesi isole di Saint-Paul e Nuova Amsterdam e altri cinque sull'isola di Crozet. Fabien Farge ha anche fornito copertura medica al Raid antartico dell'Istituto Polare Francese. Durante l'estate australe, un team di dieci persone rifornisce la base Concordia dalla base di Dumont d'Urville in diverse occasioni. I trattori cingolati preceduti dai battipista percorre 1.100 chilometri in quindici giorni. Il convoglio consegna fino a 200 tonnellate di attrezzature e carburante e poi evacua i rifiuti della Concordia sulla via del ritorno. Per il medico, questa missione dura in totale tre mesi.
Il dottor Farge ha arricchito questa esperienza di medicina in ambienti isolati lavorando regolarmente sulle piattaforme petrolifere. Insieme a un collega medico d'urgenza, il dottor Racine, ha creato un servizio di emergenza pre-ospedaliero in Angola.
Innovazioni tecniche e organizzative
Fabien Farge è anche l'inventore del drone Helper 1, progettato per il soccorso marittimo. Il dispositivo individua i nuotatori in difficoltà, fa cadere una boa autogonfiabile e permette loro di comunicare con i soccorritori in attesa del loro arrivo. Premiato al concorso Lépine nel 2016, Helper ha già salvato dieci vite in Francia. La Francia è la prima nazione al mondo a proteggere le sue spiagge con i droni. Sulla scia di ciò, una partnership con il produttore Schiller mirava a trasportare un defibrillatore miniaturizzato con un drone. La pandemia di COVID-19 ha interrotto questo progetto.
Un'altra invenzione del dottor Farge è il Man Over Board (MOB). È stato durante una missione su una piattaforma petrolifera che ha ideato un'alternativa al materasso "a guscio". L'obiettivo era quello di facilitare l'estrazione di vittime con lesioni multiple in seguito a una caduta in acqua da grande altezza. Fabien Farge ha poi adattato il MOB per l'uso in Antartide e lo ha testato in condizioni reali alla base Concordia.
Esercitazione con il dispositivo MOB in Antartide
Le innovazioni del dottor Farge sono anche di tipo organizzativo. Quando non è in missione, vive a Biscarosse, dove da vent'anni è medico corrispondente della SAMU 40. È in questa città che nel 2001 ha aperto uno dei primi centri stagionali di emergenza straordinaria, una struttura che esiste ancora oggi.