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Nuovi neuroni anche in tarda età

Un team di ricercatori affiliati a diverse istituzioni spagnole ha trovato prove di neurogenesi nel cervello delle persone anche in età avanzata. Nell’articolo pubblicato sulla rivista Nature Medicine, il gruppo descrive lo studio fatto su cervelli di soggetti deceduti da poco tempo alla ricerca di segni biochimici di neurogenesi.

La neurogenesi nell’ippocampo continua fino alla vecchiaia

Un team di ricercatori affiliati a diverse istituzioni spagnole ha trovato prove di neurogenesi nel cervello delle persone anche in età avanzata. Nell’articolo pubblicato sulla rivista Nature Medicine, il gruppo descrive lo studio fatto su cervelli di soggetti deceduti da poco tempo alla ricerca di segni biochimici di neurogenesi.

Negli ultimi anni il dibattito sulla neurogenesi si è fatto sempre più vivace, dal momento che molti studi sono arrivati a conclusioni discordanti. Le ricerche si sono concentrate sull'ippocampo perché è la parte del cervello più coinvolta nella memorizzazione dei ricordi. La logica suggerisce che questa è l’area in cui servirebbero nuovi neuroni, pronti a memorizzare nuovi ricordi. Inoltre, l'ippocampo è una delle strutture cerebrali che viene danneggiata dalle patologie che implicano perdita di memoria, come il morbo di Alzheimer.
L'anno scorso, un team internazionale di ricercatori ha concluso che la neurogenesi non si verifica nell'ippocampo dopo l'infanzia. In questo nuovo lavoro, invece, i ricercatori riportano che è vero il contrario. Secondo questo studio recente la neurogenesi continua fino alla vecchiaia.

I ricercatori hanno studiato corpi morti da meno di 10 ore, lasciando il cervello in una soluzione liquida per mantenere fresco il tessuto neuronale. Hanno poi tagliato fette sottili di materiale cerebrale dall'ippocampo e le hanno osservate al microscopio per individuare la doublecortina (DCX), una proteina visibile nei nuovi neuroni. I corpi erano di persone morte in età compresa tra i 43 e gli 87 anni. I ricercatori hanno trovato numerose cellule contenenti doublecortina, dimostrando quindi la presenza di neurogenesi.

Hanno condotto gli stessi test su cervelli di soggetti che avevano avuto il morbo di Alzheimer, trovando pochissimi casi di neurogenesi. La cosa suggerisce che la malattia non solo deruba le persone di vecchi ricordi, ma impedisce loro di formarne di nuovi. I loro cervelli presentavano gli stadi di Braak da 1 a 6. Nella fase 1, questi tessuti mostravano circa 20.000/mm2 nuovi neuroni, meno della media di 25.000/mm2 osservata nei campioni più vecchi di persone sane. Negli stadi successivi di Braak i numeri erano ancora più bassi, con una media di circa 10.0000/mm2.

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Gli studiosi hanno osservato che la neurogenesi diminuisce anche nella fase 1 di Braak, prima dell’accumulo delle placche tipiche della malattia. I difetti della neurogenesi precedono la patologia? Le cellule progenitrici rallentano la loro proliferazione o i neuroni neonati non riescono a maturare o a sopravvivere? Stimolare la neurogenesi aiuterebbe coloro che soffrono di Alzheimer? Saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare se la neurogenesi compromessa sia una causa, una conseguenza o un processo parallelo alla proteinopatia.


Fonte: Moreno-Jiménez EP, Flor-García M, Terreros-Roncal J, Rábano A, Cafini F, Pallas-Bazarra N, Ávila J, Llorens-Martín M. Adult hippocampal neurogenesis is abundant in neurologically healthy subjects and drops sharply in patients with Alzheimer's disease. Nat Med. 2019 Mar 25. doi: 10.1038/s41591-019-0375-9.