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Parlare ai NO-vax è possibile?

I social media oggi rappresentano un mezzo efficace per diffondere ed amplificare messaggi contro la vaccinazione. L'analisi di una campagna virale su Facebook rivela che il movimento non si concentra solo sulla presunta correlazione con l’autismo. Gli argomenti anti-vaccinazione riguardano quattro temi distinti, che coinvolgono persone differenti.

Un’indagine suggerisce ai medici come comunicare in modo efficace con gli anti-vaccinisti

I social media oggi rappresentano un mezzo efficace per diffondere ed amplificare messaggi contro la vaccinazione. L'analisi di una campagna virale su Facebook rivela che il movimento non si concentra solo sulla presunta correlazione con l’autismo. Gli argomenti anti-vaccinazione riguardano quattro temi distinti, che coinvolgono persone differenti.

I vaccini sono spesso considerati uno dei più grandi risultati della medicina moderna in materia di salute pubblica. Gli alti livelli di vaccinazione hanno ridotto sostanzialmente il tasso di malattie a prevenzione vaccinale e di morti precoci. Tuttavia, negli Stati Uniti, solo al 70% dei bambini dai 19 ai 35 mesi di età vengono somministrate tutte le vaccinazioni raccomandate. Quest’anno, negli Stati Uniti, centinaia di bambini hanno contratto il morbillo, una malattia che vent’anni fa era considerata quasi eliminata grazie agli alti tassi di vaccinazione. In Europa a decine di migliaia di bambini è stata diagnosticata una malattia a prevenzione vaccinale, e decine di bambini sono morti per queste nell'ultimo anno.
Anche se l'opposizione alla vaccinazione esiste da secoli, Internet, e in particolare i social media, possono facilitare la diffusione della disinformazione a proposito della vaccinazione. Ad esempio, problemi di sicurezza non comprovati vengono presentati come informazioni scientifiche ad una platea potenzialmente infinita. Ricerche passate suggeriscono che la visualizzazione per soli 5-10 minuti di un sito web che fornisce informazioni critiche sul vaccino riduce la propensione a vaccinare. Inoltre sembra che le fake news sui social media si diffondano più rapidamente della verità.

Una ricerca recente mette a disposizione dei pediatri una serie di informazioni che possono essere usate per comunicare con i genitori che hanno dubbi sulle vaccinazioni. "Se respingiamo a prescindere chi la pensa in modo diverso da noi, perdiamo l'opportunità di capire e di trovare un terreno di confronto comune” ha detto il Dr. Brian Primack, autore dello studio. "Questo è l’obiettivo della nostra ricerca. Vogliamo conoscere e comprendere il pensiero dei genitori contrari alle vaccinazioni per dare ai medici l'opportunità di comunicare in modo ottimale con loro".
Nel 2017, Kids Plus Pediatrics, uno studio pediatrico di Pittsburgh, ha pubblicato un video sulla sua pagina Facebook per incoraggiare la vaccinazione anti-HPV. Il video ha catturato l'attenzione di più gruppi NO-vax e, in pochi giorni, ha collezionato migliaia di commenti anti-vaccinazione.

Un gruppo di ricerca della University of Pittsburgh ha condotto un'analisi sistematica per comprendere meglio le persone che si celavano dietro i commenti e come interagivano nel mondo dei social media. Gli studiosi hanno scoperto che la maggior parte dei commentatori erano madri.
Analizzando i messaggi che ogni commentatore aveva pubblicato nei due anni precedenti, i ricercatori hanno scoperto quattro distinte tipologie di commenti (e di commentatori):

  • quelli che non si fidano: manifestano sempre sospetti nei confronti della comunità scientifica e preoccupazioni per la libertà personale;
  • quelli della medicina alternativa: si preoccupano la presunta presenza di sostanze chimiche nocive nei vaccini e propongono rimedi naturali ed omeopatici al posto della vaccinazione;
  • quelli che temono per la sicurezza: temono che i vaccini causino malattie e hanno pregiudizi morali sulla pratica della vaccinazione;
  • i complottisti: pensano che i governi o altri soggetti nascondano informazioni alle masse (ritengono, ad esempio, che il virus della polio non esista).

Secondo i ricercatori, esistendo questi distinti sottogruppi di NO-vax, bisogna evitare di mandare messaggi indifferenziati quando si vuole incoraggiare la vaccinazione. Per esempio, dire a “quelli che non si fidano” che i vaccini non causano l'autismo, non porta da nessuna parte, perché non è la loro preoccupazione principale. Invece, in questo caso, può essere più efficace trovare un terreno comune di confronto e fornire messaggi su misura che aumentino la fiducia e la percezione che la vaccinazione obbligatoria non minacci la loro capacità di prendere decisioni per il loro bambino.
Gli autori dello studio concludono invitando i medici a concentrarsi sulla salute dei bambini e sulla prevenzione delle malattie. In quest'epoca di disinformazione causata dai social media, sono fondamentali non solo le raccomandazioni basate sull'evidenza, ma anche le modalità con cui vengono comunicate.

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Copyright Elsevier Ltd.


Fonte: Hoffman BL, Felter EM, Chu KH, Shensa A, Hermann C, Wolynn T, Williams D, Primack BA. It's not all about autism: The emerging landscape of anti-vaccination sentiment on Facebook. Vaccine. 2019 Apr 10;37(16):2216-2223. doi: 10.1016/j.vaccine.2019.03.003.