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Pronti ad affrontare un’epidemia di poliomielite

Il Ministero della Salute ha redatto il Piano per la pronta risposta ad una eventuale reintroduzione di poliovirus o epidemia di poliovirus. Scopo del documento è quello di definire, predisporre e coordinare le azioni da intraprendere in vista di un eventuale focolaio epidemico da poliovirus al fine di bloccarne la trasmissione.

L’Italia è un paese polio-free dal 2002, ma la ricomparsa della malattia è ancora possibile

Il Ministero della Salute ha redatto il Piano per la pronta risposta ad una eventuale reintroduzione di poliovirus o epidemia di poliovirus. Scopo del documento è quello di definire, predisporre e coordinare le azioni da intraprendere in vista di un eventuale focolaio epidemico da poliovirus al fine di bloccarne la trasmissione entro 120 giorni dalla conferma del primo caso di infezione.

La poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con oltre 21.000 mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8.000 casi.

La malattia è causata da tre tipi di poliovirus (1, 2 e 3), appartenenti al genere enterovirus, che invadono il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. Solo l’1% dei malati di polio sviluppano la paralisi, il 5-10% sviluppa una forma di meningite asettica, il restante 90% circa sperimenta solo sintomi simili all’influenza e ad altre infezioni virali. Non sono chiari i motivi che portano un individuo a sviluppare la forma più grave di polio.
Il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus della poliomielite, che può colpire persone di tutte le età ma principalmente si manifesta nei bambini sotto i tre anni.

Non esistono cure per la poliomielite. L’unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione. La copertura vaccinale in Italia per il poliovirus, secondo gli ultimi dati, è del 95,46% (nel 2000 era del 96,6%)
Il 21 giugno 2002 la regione Europea è stata certificata ufficialmente libera da poliomielite (polio-free). L'Italia, in realtà, è un paese libero dalla polio fin dagli anni '80 (l'ultimo caso autoctono si è manifestato nel 1982 e gli ultimi casi importati nel 1984 dall’Iran e nel 1988 dall’India).
La ricomparsa della malattia, tuttavia, è sempre possibile, fintanto che ci saranno zone del mondo in cui la malattia è presente e diffusa. Infatti, nonostante gli sforzi e i progressi effettuati dai diversi Paesi si sono registrati negli ultimi anni diversi focolai di infezione da poliovirus soprattutto in Asia centrale e Africa centrale. Per questo motivo l’OMS ha esortato i Paesi membri a redigere un piano per la pronta risposta a una eventuale reintroduzione di poliovirus, da affiancare al piano nazionale per il mantenimento della stato polio-free. Questo il piano italiano: Piano per la pronta risposta ad una eventuale reintroduzione di poliovirus o epidemia di poliovirus.


Fonti: Ministero della salute. Poliomielite, Piano nazionale di preparazione e risposta a una epidemia. 30 aprile 2019
Istituto Superiore della Sanità. Poliomielite, informazioni generali. https://www.epicentro.iss.it/polio/