Quando il negazionista è un medico Logo of esanum https://www.esanum.de

Quando il negazionista è un medico

La diffusione di fake news e di teorie complottiste è un problema crescente in medicina, e non solo dall'inizio della pandemia di COVID-19. Ma come comportarsi quando le fake news sono diffuse dai medici?

L'atto medico deve basarsi solo sull'esperienza scientifica

La diffusione di fake news e di teorie complottiste è un problema crescente in medicina, e non solo dall'inizio della pandemia di COVID-19. Per screditare le conoscenze scientifiche si usano post e video sui social network che spesso prendono spunto da fonti di notizie non verificate. Ma come comportarsi quando le fake news sono diffuse proprio dai medici? Vi riportiamo quanto si sta facendo in Germania.

Il fenomeno delle teorie del complotto è probabilmente vecchio quanto la storia umana e abbraccia uno spettro quasi illimitato di situazioni, dalle epidemie agli eventi difficili da comprendere, dalla morte di figure significative ai grandi accadimenti storici. L’emergenza sanitaria causata dal nuovo coronavirus e le restrizioni che l'accompagnano determinano un peso psicologico per tutti, in tutto il mondo. Certamente predomina l’approccio razionale, ma non mancano gli scettici, i critici, così come quelli che credono a teorie di cospirazione, immaginando che dietro tutto ci siano “loro”, “i poteri forti”, quelli “che non ce lo dicono”. Come ci si deve comportare quando queste teorie complottiste o le false informazioni vengono diffuse dai medici? Tra i vari soggetti che si sono interessati alla questione, c’è l'Associazione Medica dello Schleswig-Holstein (ÄKSH), che ha sede a Bad Segeberg, a nord di Amburgo.
L'ÄKSH ha pubblicato il documento Auf einer Linie - Über den Umgang mit Skeptikern und Leugnern in den eigenen Reihen, su come affrontare gli scettici e i negazionisti quando sono nelle proprie file. Il messaggio principale contenuto nel documento è che non ci dovrebbe essere alcuna esclusione dei medici che la pensano diversamente, ma gli atti medici pericolosi non dovrebbero essere tollerati. Il Prof. Henrik Herrmann, Presidente dell'ÄKSH, ha spiegato: «I medici sono liberi cittadini [...]. Siete quindi liberi di esprimere e rappresentare la vostra opinione. Nel contatto con il paziente, nello studio come in ospedale, tuttavia, l'opinione personale non ha posto. Qui, ogni atto medico deve essere basato sull'esperienza scientifica».

La diffusione del contagio si può interrompere solo lavorando insieme

La diffusione di teorie complottiste da parte dei medici ha un doppio effetto negativo. Da un lato, infatti, si mina il rapporto di fiducia tra medici e pazienti, continuamente disturbato da affermazioni insostenibili. Dall’altro, poi, si ostacola il lavoro di informazione e di educazione sanitaria svolto per superare la pandemia.  Questo potrebbe mettere a rischio la salute dei cittadini. «In questo momento, quel che conta di più è la coesione», ha detto il Prof Herrmann. «Con 15.000-18.000 contagi al giorno è importante che tutti contribuiscano a rompere la catena di infezione».
Anche l'Associazione Medica del Baden-Württemberg (regione della Germania sud-occidentale, al confine con Francia e Svizzera) riporta problemi simili: "Questi medici si esprimono, tra l'altro, dichiarando che la COVID-19 è innocua e mettendo in discussione la ricerca attuale sul virus e l'utilità delle vaccinazioni". In alcuni casi, si arriva al punto che alcuni rappresentanti del sistema sanitario diffondono la credenza che dietro la pandemia ci siano non ben identificate forze oscure. Per la maggior parte dei medici del paese, questa è un'assurdità - soprattutto se si considera che essi stessi sono esposti ogni giorno a un rischio maggiore di infezione e sperimentano in prima persona i pericoli derivanti dalla COVID-19. È ancor più preoccupante, come è già successo nel Baden-Württemberg, quando l'utilità delle misure anti-COVID viene messa in discussione da professionisti della salute con incarichi politici. Qui è successo che due medici si siano prescritti reciprocamente un’esenzione dall'obbligo di utilizzo della mascherina nelle aule del parlamento. Il Prof. Herrmann considera che comportamenti come questo siano un grosso problema: «Se adesso io non mi proteggo, se rifiuto di indossare la mascherina e ho contatti con i pazienti, allora, naturalmente ho anche la possibilità di infettarmi e di infettare, dato che potrei trasmettere il virus da asintomatico».

Sfatare la disinformazione con le evidenze

Allora come vanno trattati gli scettici e i negazionisti del settore sanitario? Secondo il Prof. Herrmann, gli scettici disposti a discutere possono essere convinti con argomenti scientifici. Quando si ha a che fare con i negazionisti, tuttavia, la cosa più importante è mantenere la calma e perseverare. «Non dobbiamo stancarci di sfatare la disinformazione con le evidenze». Vanno poi presi in considerazione anche i procedimenti legali, quando l'Ordine dei Medici viene informato di fatti concreti e di violazioni delle norme che regolano la professione.
L'ÄKSH poi, insieme ad altre associazioni ed enti di carattere medico-scientifico, ha anche formato un'alleanza contro i negazionisti del coronavirus (Allianz gegen Corona-Leugner). La direttrice del KVSH (Kassenärztliche Vereinigung Schleswig-Holstein, organizzazione che supporta i medici che svolgono libera professione), la Dottoressa Monika Schliffke, come rappresentante di questa alleanza, rileva anche un problema nella sovrarappresentazione sui media di quello che è un gruppo relativamente piccolo di negazionisti del coronavirus e di teorici della complotto. Anche qui il Prof. Herrmann è d'accordo: «Gli scettici o quelli che addirittura negano l’esistenza del nuovo coronavirus sono relativamente pochi. Questi, tuttavia, sono particolarmente noti, perché sono molto presenti sui media. Questo distorce la percezione della realtà».
Inoltre, soprattutto per quanto riguarda la COVID-19, malattia rispetto alla quale molte domande sono ancora senza risposta, i medici ogni tanto devono anche ammettere le lacune nelle loro conoscenze, tanto ai pazienti quanto ai colleghi. Ha detto la Dottoressa Schliffke. «Posso anche ammettere, come medico, di non sapere ancora certe cose perché sono in discussione».
Possiamo affrontare questa pandemia solo se siamo uniti, sottolinea il Prof. Herrmann: «Solo insieme possiamo compiere questa impresa e influenzare positivamente il corso della pandemia. Come medici e come cittadini. Manteniamo le distanze, osserviamo le norme igieniche, indossiamo le mascherine tutti i giorni, vigiliamo attentamente».