I risultati incoraggianti di un team australiano e il primo intervento eseguito in Italia
Una nuova tecnica chirurgica ha permesso a 13 persone con tetraplegia di nutrirsi, bere, lavarsi i denti e scrivere, ripristinando la funzionalità di muscoli paralizzati Pubblicato su The Lancet uno studio che raccoglie la più ampia casistica sul trapianto di nervi degli arti superiori mai raccolta finora.
Secondo l'OMS, ogni anno fino a 500.000 persone subiscono lesioni del midollo spinale, più della metà delle quali diventano tetraplegiche. Per le persone con tetraplegia, il recupero della funzionalità delle mani è l'obiettivo più importante. Recuperare le funzioni del braccio e della mano per svolgere le attività quotidiane può dare a questi pazienti maggiore indipendenza e la possibilità di partecipare più facilmente alla vita familiare e lavorativa.
Uno studio recente pubblicato su The Lancet riporta i risultati ottenuti dal team australiano guidato dalla Dott.ssa Natasha van Zyl nell’ambito dei trapianti di tendini e nervi. Tradizionalmente, la funzione dell'arto superiore viene ripristinata con transfer tendineo. Muscoli sani vengono riposizionati chirurgicamente per svolgere il lavoro dei muscoli paralizzati. I trapianti di nervi, invece, consentono di recuperare la funzione del muscolo paralizzato. Questa metodica consiste nel collegare nervi motori di muscoli sani e situati a monte della lesione a nervi di muscoli paralizzati situati al di sotto del livello della lesione. Questa tecnica presenta diversi vantaggi, tra cui la possibilità di recuperare la funzione di più muscoli contemporaneamente e un periodo di immobilizzazione post-intervento più breve.
In passato singoli casi clinici e piccoli studi retrospettivi hanno già dimostrato che la chirurgia del trapianto nervoso è fattibile e sicura in persone con tetraplegia. Ma questo è il primo studio prospettico che misura i risultati in modo standardizzato e presenta combinazioni di interventi di trapianto nervoso e transfer tendineo. Lo studio evidenzia i progressi dei pazienti 24 mesi dopo l'intervento in termini di forza muscolare (tricipiti) e destrezza e presa (flessori ed estensori delle dita).
In totale lo studio ha reclutato 16 giovani adulti (età media 27 anni) con lesioni traumatiche recenti del midollo spinale a livello cervicale (C5-C7). I partecipanti sono stati sottoposti a trapianti nervosi singoli o multipli in uno o entrambi gli arti superiori per ripristinare l'estensione del gomito, la capacità di afferrare, pizzicare e aprire le mani. In totale, sono stati completati 59 trasferimenti nervosi in 16 partecipanti (13 uomini e tre donne, 27 arti). In 10 partecipanti (12 arti), i trasferimenti nervosi sono stati combinati con transfer tendinei per migliorare la funzione della mano.
I partecipanti hanno completato le valutazioni sul loro livello di indipendenza in relazione alle attività della vita quotidiana prima dell'intervento, un anno dopo l'intervento e di nuovo dopo due anni. Due partecipanti sono stati persi, e c'è stato un decesso (non collegato all'intervento chirurgico).
A 24 mesi, sono stati osservati miglioramenti significativi nella capacità delle mani di raccogliere e rilasciare diversi oggetti. Prima dell'intervento chirurgico, nessuno dei partecipanti era in grado di ottenere un punteggio sui test di forza di presa o di pizzicamento, ma 2 anni dopo la forza di pizzicamento e di presa erano abbastanza elevate per svolgere la maggior parte delle attività della vita quotidiana.
Nonostante questi risultati, la tecnica presenta ancora alcune limitazioni. Per ottenere i migliori risultati, i trapianti dovrebbero idealmente essere eseguiti entro 6-12 mesi dall'infortunio. Inoltre, potrebbero volerci mesi per la rigenerazione nervosa nel muscolo paralizzato e per ottenere il ripristino di un nuovo movimento, e anni fino a recuperare la piena forza. Le cellule staminali e le neuroprotesi potrebbero cambiare il panorama della medicina rigenerativa in futuro. Per ora, i trapianti nervosi sono un modo conveniente per sfruttare la capacità innata del corpo di ripristinare il movimento in un arto paralizzato. È un campo della medicina che richiede ancora numerose indagini, ma i risultati finora ottenuti sono incoraggianti.
Segnaliamo che il mese scorso, a Torino, questa tecnica innovativa e rivoluzionaria è stata eseguita per la prima volta in Italia. Il paziente - ex-pasticcere di 52 anni – in seguito ad incidente automobilistico aveva riportato una lesione midollare completa a livello cervicale. Il paziente si trovava alla guida della propria auto una sera di ritorno dal lavoro durante un brutto temporale circa sei mesi fa, quando ha perso il controllo della propria vettura uscendo di strada. Il trauma ha provocato, oltre al deficit completo degli arti inferiori, l'impossibilità di apertura e chiusura delle dita bilateralmente, non consentendo di afferrare oggetti o di poter provvedere alla propria cura personale. L'intervento chirurgico è stato eseguito sei mesi dopo il trauma su entrambi gli arti superiori. La procedura chirurgica è durata circa 3 ore e mezza per arto, durante la quale sono stati collegati nervi ancora funzionanti a nervi deficitari nel tentativo di reinnervare la muscolatura delle mani. Non si sono presentate complicanze periprocedurali. Il recupero della funzione motoria necessita di molti mesi e sarà facilitata dai moderni trattamenti fisioterapici atti a preservare e favorire la motilità dei distretti interessati.
Fonti: van Zyl N, Hill B, Cooper C, Hahn J, Galea MP. Expanding traditional tendon-based techniques with nerve transfers for the restoration of upper limb function in tetraplegia: a prospective case series. The Lancet, 2019; DOI: 10.1016/S0140-6736(19)31143-2
Gallagher J. Rewiring nerves reverses hand and arm paralysis. BBC News. 5 July 2019
Berra P. Per la prima volta in Italia una tecnica innovativa ha permesso ad un paziente tetraplegico di recuperare la funzione delle mani, presso l'ospedale Cto di Torino. Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino Ufficio Stampa. 7 giugno 2019