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Trattare le mascherine per riutilizzarle

Una task force sta affrontando la questione della decontaminazione delle maschere. L'obiettivo è quello di eliminare la carica virale dalle mascherine dopo il loro utilizzo, mantenendo inalterato il livello di prestazioni al successivo uso.

Una task force francese sta studiando la possibilità di riutilizzare le maschere chirurgiche e FFP2

Una task force sta affrontando la questione della decontaminazione delle maschere. L'obiettivo è quello di eliminare la carica virale dalle mascherine dopo il loro utilizzo, mantenendo inalterato il livello di prestazioni al successivo uso.   

Il Centre national de la recherche scientifique (CNRS, la più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia) e il Commissariat à l´énergie atomique et aux énergies alternatives (CEA) hanno riunito medici, scienziati e industriali per elaborare strategie utili durante la pandemia di COVID-19. Primo passo, l’elaborazione di un protocollo per la raccolta delle maschere usate e la loro riutilizzazione.

Le possibilità

  1. Irradiazione con radiazioni gamma o beta - Il 20 marzo sono state effettuate prove di irradiazione su un primo stock di mascherine. Il CEA e il Centre de recherches sur les macromolecules végétales del CNRS, contemporaneamente, hanno iniziato a studiare gli effetti di tale irradiazione sul polipropilene, di cui sono composte le maschere. Da parte sua, l’Institut national de recherche et de sécurité e un laboratorio di Ingegneria di Processo-Ambiente-Agroalimentare hanno progettato un banco di prova per valutare le prestazioni delle maschere chirurgiche trattate in questo modo. Infine, il dipartimento di batteriologia del Centro Ospedaliero Universitario Grenoble-Alpes ha testato l'efficacia antibatterica del processo.  
  2. Lavaggio con detersivo a 60 o 95°C - L'obiettivo è quello di valutare il suo impatto sulle prestazioni della maschera. Il lavaggio deve eliminare i residui organici che, isolando gli agenti patogeni, riducono l'efficacia della decontaminazione.
  3. Esposizione all'ossido di etilene - Maschere usate sono state date a un industriale per esplorare questa strada.
  4. Riscaldamento a 70°C con calore secco o in acqua.
  5. Autoclave a 121 °C per 50 minuti.

Primi risultati

  • Le maschere chirurgiche mantengono le loro prestazioni anche dopo il lavaggio fino a 95°C.
  • L'autoclave e i raggi gamma offrono ottimi risultati: la perdita di efficienza di filtrazione è inferiore al 2% (le maschere di migliore qualità trattate in questo modo ottengono prestazioni anche più alte).
  • Maschere FFP2: i primi risultati mostrano che il trattamento con ossido di etilene conserva le prestazioni della maschera, ma questo non avviene se si usano i raggi gamma.
  • Il calore secco a 70°C distrugge efficacemente una carica virale calibrata depositata su maschere chirurgiche e FFP2.

E ora che si fa?

Per i ricercatori, il passo successivo è quello di testare la combinazione di lavaggio + altri metodi di disinfezione.
Il metodo di trattamento deve poi essere definito per ogni tipo di maschera: il più efficace, il più adatto, per l'implementazione su larga scala a seconda dell’utenza.
Mentre il trattamento in autoclave è possibile in un ospedale universitario, l'irradiazione o l'esposizione all'ossido di etilene richiede un processo più centralizzato. Sarà quindi necessario definire un processo completo e sicuro dalla raccolta delle maschere da ripristinare alla riconsegna per il riutilizzo.
I ricercatori vogliono anche testare altri due processi di disinfezione: il vapore di perossido di idrogeno e il plasma/ossigeno.
Questa task force si è appena unita a un gruppo di lavoro interministeriale - guidato dall'Agence nationale de sécurité sanitaire de l'alimentation, de l'environnement et du travail - e alla task force internazionale "ReUse", che mirano ai medesimi obiettivi.


Fonte: Grousson M. Masques de protection : la piste prometteuse du recyclage. CNRS, le journal. 31.03.2020