Un enzima potrebbe spiegare le differenze nel rischio di ammalarsi tra maschi e femmine
Lo studio sui topi, pubblicato su Nature Communications, ha portato alla scoperta che l’enzima N-acetilglucosamina transferasi O-linked (O-GlcNAc) codificato dal gene OGT imposta modelli di espressione genica specifici per sesso.
Un team della Maryland School of Medicine ha esaminato l’enzima O-GlcNAc, che svolge un ruolo importante come indicatore della salute placentare. La ricerca suggerisce che la molecola sia coinvolta in una modificazione epigenetica, H3K27me3, che secondo i ricercatori porterebbe alle differenze patologiche specifiche per i due sessi. Si tratta di modificazioni ereditabili che non alterano la sequenza nucleotidica di un gene, ma la sua attività.
Lo studio ha dimostrato che alti livelli di H3K27me3 nella placenta di un feto femmina possono produrre resilienza allo stress sperimentato dalla madre gestante. Ciò evidenzierebbe uno sviluppo molecolare che potrebbe portare le femmine ad essere più resistenti allo stress materno rispetto ai maschi. Questa differenza molecolare può essere un fattore esplicativo per il differente neurosviluppo umano. La presenza di O-GlcNAc e H3K27me3 nella placenta è cruciale per molte codifiche proteiche che avvengono durante la gravidanza, con conseguenti implicazioni ed effetti. Il gene OGT si trova nel cromosoma X e può fornire un certo grado di protezione alle femmine dall'ambiente fetale. Si sa che il sesso ha un ruolo rilevante per alcune condizioni neurologiche e psichiatriche, ma anche per quel che riguarda patologie quali ipertensione, diabete o artrite. Nel caso di depressione e ansia, sono colpite più le donne, mentre gli uomini sono maggiormente affetti da autismo, schizofrenia ad esordio precoce, deficit di attenzione ed iperattività. Allo stesso modo, lo stress gestazionale, le infezioni materno-fetali, le reazioni ai farmaci ed altri tipi di problemi prenatali colpiscono maggiormente i maschi.
Prima di questo studio sui topi, in una precedente indagine, la dottoressa Tracy Bale, facente parte del team di ricerca, aveva anche determinato che nei topi lo stress genitoriale maschile poteva influenzare lo sviluppo cerebrale della prole. Lo stress, indicava la scoperta, ha la capacità di alterare lo sperma del genitore, andando così ad incidere negativamente sullo sviluppo cerebrale del nascituro. Ulteriori studi sui topi condotti dalla dottoressa Bale hanno scoperto che un leggero, ma duraturo, livello di stress nei topi maschi può portare a prole con una ridotta risposta ormonale allo stress e quindi determinare indicare un potenziale legame con patologie neuropsichiatriche, come ad esempio il disturbo post-traumatico da stress.
Fonte: Nugent BM, O'Donnell CM, Epperson CN, Bale TL. Placental H3K27me3 establishes female resilience to prenatal insults. Nat Commun. 2018 Jul 2;9(1):2555. doi: 10.1038/s41467-018-04992-1.