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Dottoresse, non signorine

In Italia la maggioranza dei medici è rappresentata da donne. Tuttavia le donne medico sono ancora vittime di pregiudizi di genere. Inoltre, dati alla mano, alle donne appare ancora preclusa la possibilità di fare carriera.

Signora o Signorina?

«Signora o signorina?»
«Dottoressa, per favore»
«Ti vorrei chiedere quali farmaci...»
«Mi dia del Lei, per favore»

Breve dialogo, nulla di inventato, che si ripete ogni giorno in centinaia di ospedali o studi medici dove ad indossare il camice c’è una donna, soprattutto se giovane. Nessun paziente si permette di chiamare un medico “Signor”, tutti usano l’appellativo “Dottore” o, se ci sono capelli o barba bianchi, “Professore”. Invece, molti pazienti, uomini o donne che siano, anziani o giovani, colti o meno, quando hanno di fronte una donna in camice bianco o in divisa, comunque chiaramente identificabile, si rivolge a lei chiamandola “Signorina”. Alcuni forse la credono una non ben identificata aiutante del medico, tanto che spalancano gli occhi quando si sentono dire «Non dobbiamo aspettare nessuno, il medico sono io, la visito io». Altri sanno bene che lei è il medico, ma la cosa evidentemente va al di fuori dei loro schemi semantici lessicali e non riescono a trovare altre parole se non quel “Signorina”. Come se si avesse di fronte una signorina qualsiasi, una donna che si trova là per caso, senza nè arte nè parte, e non una professionista.
Non si tratta solo di formalità, non si tratta solo di buona educazione. Elementi che, comunque, da soli, potrebbero anche bastare. Si tratta di rispetto. Rispetto per una professione, per un titolo di studio e per tutto quello che è servito ad ottenerlo.

La Medicina sarà sempre più donna

Secondo i dati della FNOMCEO dei 329.263 medici con meno di 69 anni, e quindi potenzialmente in attività nel Servizio sanitario nazionale, il 52% – 170.686 – sono donne. Le donne sono la netta maggioranza in tutte le fasce di età sotto i 55 anni: tra i 40 e i 44 anni sono quasi il doppio dei colleghi uomini. Tra gli over 55 la tendenza si inverte, con una sostanziale parità sino ai 59 anni e con una netta maggioranza maschile al di sopra dei 60 anni, dove il gap a favore degli uomini si allarga al crescere dell’età. Tanto che, se guardiamo il totale di tutti i medici iscritti agli albi, compresi coloro che non esercitano più la professione, in vantaggio sono, invece, ancora gli uomini: 221.584 contro 188.355 medici donna, il 54% del totale.

Tra le specialità mediche a netta prevalenza femminile troviamo ancora le “tradizionali” ginecologia e pediatria. Ma c’è anche qualche “sorpresa”: nella fascia tra i 30 e i 50 anni, ad esempio, le anestesiste rianimatrici sono 2.667, a fronte di 1.720 colleghi uomini. Le chirurghe pediatriche, nella stessa fascia, sono il doppio dei colleghi (120 contro 62); in crescita anche, tra le generazioni più giovani, le chirurghe generali, 919 verso 1238 uomini, plastiche, toraciche, vascolari, anche se gli uomini sono sempre la maggioranza. Sempre nella stessa fascia 30-50, le cardiochirurghe sono 136 contro 261 uomini; il rapporto si inverte se guardiamo alla cardiologia, specialità ‘al femminile’ con 1.622 professioniste e 1.431 dottori. Una vera e propria carica è quella delle giovani geriatre, 1.029 a fronte di 331 colleghi coetanei, delle fisiatre under 50, 898 contro 484 uomini, delle interniste, 1.690 verso 938, delle neuropsichiatre infantili, 777 a 113, delle reumatologhe, 414 verso 160. Anche le oncologhe, sempre considerando la stessa fascia d’età, doppiano i colleghi maschi, essendo rispettivamente 769 e 312, e così le infettivologhe, 364 e 155. Specialità a prevalenza maschile, anche tra i più giovani, restano ortopedia, urologia, neurochirurgia.

Storie di donne

In occasione della Giornata Internazionale della Donna vi lasciamo alcune storie di Medicina che hanno come protagoniste le donne. Chiara, Erika, Anne, Sara, Annalisa, Gaya sono solo alcune delle tante donne che hanno scelto di impegnarsi professionalmente in ambito medico. Ci auguriamo che queste storie siano di ispirazione per altre donne che, ancora oggi, purtroppo, si sentono dire "devi scegliere, o fai carriera o ti dedichi alla famiglia", "non fare l'ortopedico, scegli un'altra specialità", "sei troppo giovane per quel posto, dovranno essere sicuri che non potrai fare figli prima di poterti considerare". 

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Gaya: una chirurga per le chirurghe

La Dottoressa Gaya Spolverato, chirurga oncologa, opera nell'ospedale di Padova e insegna chirurgia all’Università degli Studi di Padova. È Presidente e co-fondatrice di “Women in Surgery Italia”, un’associazione nata nel 2015 per “accompagnare e sostenere le donne chirurgo [...] nello sviluppo delle proprie potenzialità e della propria professione”.

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Annalisa: l'inizio della pandemia di COVID-19

Il 20 febbraio 2020 all’ospedale di Codogno, una cittadina di quindicimila abitanti che si adagia in pianura, tra Lodi e Piacenza, è stato diagnosticato il primo caso italiano di COVID-19. Il paziente si presentava in condizioni critiche, con un quadro grave di ARDS ad alto rischio evolutivo. Quella diagnosi tempestiva gli ha salvato la vita, ma ha anche salvato quella di molti altri.

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Sara: donna, rianimatrice, mamma

La Dottoressa Vannicola è un giovane medico che lavora nel reparto di Terapia Intensiva degli Ospedali Riuniti di Ancona. L’abbiamo incontrata pochi giorni prima della nascita del suo primo figlio e abbiamo chiacchierato del suo lavoro da medico intensivista, della conciliazione tra vita professionale e vita privata, di integrazione di genere.

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Chiara: ha 13 malattie rare e vuole fare il medico

Chiara Cumella è una studentessa di Medicina di 23 anni. Vuole specializzarsi in anestesia e rianimazione e aiutare i malati che soffrono. Chiara conosce bene la sofferenza dei malati, non solo per quanto visto durante i tirocini in università, ma perché lei stessa è malata, affetta da un complesso sindromico principalmente correlato alla Sindrome di Ehlers-Danlos.

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Erika: il suidicio assistito è un diritto

La Dottoressa Erika Preisig è medico di famiglia nel cantone di Basilea, in Svizzera. Nel corso della sua carriera, ha accompagnato più di 700 pazienti in cure palliative. Ha inoltre aiutato 500 persone ad accedere al suicidio assistito. Fondatrice dell’associazione Lifecircle e della Fondazione Eternal Spirit, è una forte sostenitrice della legalizzazione del suicidio assistito nel mondo.

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Anne: a bordo di una nave per soccorrere i migranti

69 metri di lunghezza, 15 metri di larghezza, una bandiera norvegese. L'Ocean Viking ha preso il posto dell'Aquarius nel luglio 2019 per salvare le persone che tentano di attraversare il Mediterraneo dalla Libia. Anne è un medico francese. Ha già effettuato diverse missioni a bordo dell'Aquarius e poi dell'Ocean Viking.