È stato reso noto un report preliminare che raccoglie i dati di tutti i casi di pazienti COVID-19 confermata ricoverati in terapia intensiva in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Hanno partecipato al Case Mix Programme 286 unità di rianimazione.
Pubblicato un report che descrive le caratteristiche dei pazienti COVID-19 ricoverati nelle unità di terapia intensiva della Lombardia. L’analisi ha mostrato una mortalità in terapia intensiva del 26%. La durata del ricovero in terapia intensiva per questi pazienti è molto lunga.
"Stiamo affrontando una grave pandemia, se vogliamo davvero controllarla attraverso i test, questi devono essere prontamente disponibili e facilmente ripetibili, anche settimanalmente” ha affermato il Dr. Michael Mina, dell'Università di Harvard.
Abbiamo incontrato il Professor Luciano Gattinoni, uno dei massimi esperti di anestesia e rianimazione, Professore emerito delle Università di Milano e di Gottingen, Germania, dove ora vive, e gli abbiamo posto alcune domande sull’infezione da SARS-CoV-2.
Un argomento che durante le ultime settimane ha trovato spazio sui giornali e che ha fatto discutere anche molti medici è quello relativo alla grande diversità dei dati della pandemia di COVID-19 tra Italia e Germania. Vi riportiamo l'analisi del Dr. Luigi Viola.
Una task force sta affrontando la questione della decontaminazione delle maschere. L'obiettivo è quello di eliminare la carica virale dalle mascherine dopo il loro utilizzo, mantenendo inalterato il livello di prestazioni al successivo uso.
La Dottoressa Carla Bruschelli, Medico di famiglia e Specialista in Medicina Interna, racconta in modo completo l'esperienza dei medici di medicina generale in queste ultime sei settimane. Affronta aspetti di tipo scientifico, organizzativo, amministrativo, umano.
La limitata disponibilità di ventilatori è uno dei principali problemi della pandemia di COVID-19. Negli ospedali travolti da un alto numero di pazienti, i medici hanno dovuto trattare i pazienti con metodi alternativi, come i dispositivi CPAP.
Il problema delle infezioni da SARS-CoV-2 tra gli operatori sanitari è molto dibattuto. Therese Raphael ha pubblicato su Bloomberg l’articolo “Why Surgeons Don't Want to Operate Right Now”, nel quale si concentra sul tema del contagio dei chirurghi.
Tocilizumab è uno dei farmaci che ha suscitato maggiore interesse fra i clinici nel trattamento della polmonite grave che caratterizza alcune forme di COVID-19. Questo farmaco è al momento oggetto di studio in due sperimentazioni italiane.
L’Agenzia Italiana del Farmaco consentirà ai medici impegnati sul territorio di prescrivere una serie di farmaci ai pazienti domiciliari affetti da COVID-19. Tra gli obiettivi anche quello di raccogliere dati per valutare l’efficacia delle diverse terapie.
Abbiamo intervistato il Dr. Michele Usuelli, Consigliere di Regione Lombardia, che domenica scorsa ha diffuso un comunicato stampa nel quale invoca a gran voce un cambio di strategia nella gestione della pandemia di COVID-19.
Nei giorni scorsi l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato un grande trial globale, chiamato SOLIDARITY per tentare di trovare una terapia contro la grave infezione provocata dal virus SARS-CoV-2. Si tratta di uno sforzo senza precedenti.
L’emergenza sanitaria globale causata dalla pandemia di COVID-19 impatta notevolmente sui reparti di terapia intensiva, dove vengono ricoverati i pazienti con grave ARDS. Come si sta reagendo nel mondo alla scarsa disponibilità di macchine per la ventilazione meccanica?
Un nuovo studio i cui risultati sono stati pubblicati sull'International Journal of Antimicrobial Agents ha provato ad indagare l'efficacia e la sicurezza della combinazione di idrossiclorochina e azitromicina nel trattamento dei pazienti affetti da COVID-19.
In queste ultime ore si sta parlando molto del Favipiravir (Avigan), soprattutto a causa del video di un farmacista diffuso tramite i social nel quale se ne celebrano i presunti effetti nei pazienti affetti da COVID-19. Vi riportiamo l'analisi del Dr. Adolfo Mazzeo.
Uno studio clinico in aperto non ha evidenziato alcun beneficio nel trattamento con Kaletra dei pazienti ospedalizzati affetti da COVID-19. Questa terapia non migliora le condizioni cliniche, non modifica il tasso di mortalità e non diminuisce la persistenza del virus nell’organismo.
Una ricerca descrive in dettaglio il primo caso di diffusione locale di SARS-CoV-2 negli USA, avvenuta tra due persone dopo un'esposizione prolungata e non protetta. In 372 soggetti entrati in contatto con questi due casi non è stata rilevata alcuna ulteriore trasmissione.
L'età avanzata, l'elevato punteggio SOFA e i livelli di D-dimero nel sangue >1 μg/mL al momento del ricovero sono fattori di rischio significativi in fase iniziale per una prognosi sfavorevole e un alto rischio di mortalità ospedaliera nei pazienti con COVID-19.
Da circa un mese si sente parlare di test del tampone per diagnosticare l’infezione. L’utilità di questo test è molto dibattuta e, al momento, esistono posizioni molto contrastanti, soprattutto sull’efficacia di usarlo nei soggetti asintomatici.